Dopo la trascrizione del contenuto della scatola nera del cargo Jolly Grigio – di cui Il Mattino di oggi riporta alcuni stralci – si aggrava la posizione dei due marittimi (timoniere e terzo ufficiale) arrestati per l’affondamento del peschereccio Giovanni Padre avvenuto giovedi’ nelle acque al largo di Punta San Pancrazio ad Ischia

e in cui hanno perso la vita due persone. I nastri della scatola nera, consegnati ieri ai magistrati della procura partenopea, nel descrivere gli istanti della tragedia raccontano di una nave che prosegue nella sua folle corsa anche dopo l’impatto senza preoccuparsi di prestare i dovuti soccorsi. Si sentono due voci. La prima e’ poco piu’ di un sussurro e dice: ”C…., li abbiam presi”. La seconda e’ un urlo: ”Vanno a fondo! Stanno colando a picco!”. Numerose le contraddizioni messe a nudo rispetto alla versione dei fatti fornita dai due arrestati accusati dai pm Giovanni Corona e Alessandro Cimmino di omicidio plurimo e naufragio colposo. Ma nei guai potrebbe finire presto anche il comandante del cargo, tirato in ballo dal terzo ufficiale nel suo interrogatorio. Alla domanda se subito dopo l’impatto con il peschereccio avesse consigliato ai suoi il silenzio, il terzo ufficiale ha risposto: ”Si’ ci ha raccomandato il silenzio”. In sostanza gli elementi raccolti dalla scatola nera del cargo smentiscono in piu’ parti la prima versione fornita dagli indagati denotando quella che gli inquirenti definiscono ”una lucida consapevolezza” di quanto commesso. I due marittimi arrestati, invece, hanno sempre sostenuto di essersi resi conto del pericolo ma di non essere riusciti ad evitare l’impatto con il peschereccio. Ma ad inchiodare i due ci sarebbe la prova che il radar Arpa, lo strumento di bordo capace di segnalare l’allarme di imminente collisione in mare, si e’ azionato regolarmente. Sempre dalla scatola nera si sente una voce concitata che urla: ”Aziona il fischio! Azionalo! Ma perche’ non lo fai?”. Secondo l’accusa chi era ai comandi del ‘Jolly Grigio’ avrebbe potuto deviare la propria rotta gia’ a circa due chilometri dal punto finale dell’impatto. Altro inquietante elemento. Una voce prima dello speronamento dice: ”Perche’ non hai rallentato?”. La risposta del timoniere e’: ”Aspettavo l’ordine del comandante”.

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