Catello Maresca e Vincenzo D’Onofrio, due dei magistrati della Dda di Napoli che hanno ricevuto pesanti minacce da esponenti di clan camorristici, devono recarsi a Roma per un corso di aggiornamento, ma nella capitale non disporranno della tutela prevista per loro.


La paradossale conseguenza di cio’ e’ che potrebbero rimanere in albergo senza raggiungere la sede del corso, dal momento che e’ loro vietato di uscire senza l’auto blindata. La vicenda si intreccia con quella della carenza di fondi per la giustizia, che nelle scorse settimane aveva suscitato sconcerto e proteste. I due magistrati saranno accompagnati a Roma con un’auto blindata dagli uomini delle forze dell’ordine addetti alla loro tutela, ma poi la vettura tornera’ indietro; un poliziotto ed un finanziere in servizio nella capitale hanno avuto il compito di scortare i due magistrati, ma non hanno a disposizione auto blindate. Catello Maresca, uno dei principali artefici della recente cattura del boss Michele Zagaria, era tra i pm che il boss Giuseppe Setola, autore di stragi e omicidi, progettava di uccidere nell’ambito di un attacco alle istituzioni: lo ha rivelato il pentito Nicola Cangiano. Un altro collaboratore di giustizia ha raccontato che c’era per assassinare D’Onofrio con un bazooka lungo il tragitto che il pm compie per tornare a casa dalla Procura. ”A Napoli – commenta D’Onofrio – c’e’ scarsa attenzione sul tema della sicurezza dei magistrati. I clan lo hanno avvertito e per questo, per la prima volta, progettano di compiere attentati”.

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