Massimo di Caterino era l’ultimo della lista dei latitanti del clan dei Casalesi. Le indagini che oggi hanno portato all’arresto di Massimo Di caterino sono state condotte dalla squadra mobile di Caserta e dal distaccamento di Casal di Principe, rispettivamente guidati dai vice questori aggiunti Angelo Morabito e Alessandro Tocco, sotto il diretto coordinamento del procuratore aggiunto della DDA partenopea Federico Cafiero de Raho e del pm Catello Maresca. Massimo Di Caterino, nato a Caserta 40 anni fa, è soprannominato “pistuolo”.

Era ricercato dal 31 marzo 2010 perché destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento personale, reati aggravati dall’avere agito al fine di agevolare il gruppo Zagaria del clan dei Casalesi. Il latitante è stato stanato all’interno di un’abitazione dove, nel box doccia, era stato ricavato un bunker. Lì si era nascosto per sfuggire alle forze dell’ordine. Di Caterino è ritenuto uno dei più fidati luogotenenti di Michele Zagaria, il boss arrestato dalla Polizia di Stato a Casapesenna il 7 dicembre 2011, dopo 16 anni di latitanza. Nell’abitazione dove la squadra mobile di Caserta ha scovato e arrestato Massimo Di Caterino c’era anche alla moglie del latitante. Fermato ed accompagnato in Questura anche il proprietario dell’abitazione, dotata di bunker ma anche di disturbatori di frequenze per rilevare apparati di intercettazione e telecamere esterne: dispositivi installati per l’avvistamento delle forze di polizia.

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