“Si era creato un clima di avversione nei confronti della ditta affidataria del servizio della gestione al valle della raccolta dei rifiuti e la mia lettera blocco’ l’ordinanza numero 48 firmata dal sub commissario per l’emergenza rifiuti Giulio Facchi”. Cosi’ il senatore Altero Matteoli (Pdl), ex ministro dell’Ambiente, ascoltato oggi dai giudici della prima sezione penale, collegio C, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere – presidente Gianpaolo Guglielmo, al latere Luigi D’Angiolella e Tommaso Perrella – davanti ai quali si celebra il processo a carico dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino (Pdl), accusato di concorso esterno in associazione camorristica.

In aula, questa mattina, era presente uno dei legali di Cosentino, Agostino De Caro, mentre era assente l’imputato, impegnato a Roma. Al centro dell’interrogatorio di Matteoli come teste d’accusa, una ordinanza del 2002 con cui Facchi affidava alla societa’  Impregeco la gestione a valle del trattamento dei rifiuti, togliendolo alla Fibe, affidataria dal 1998 di tutti i servizi connessi allo smaltimento in Campania. Impregeco, in pratica, veniva autorizzata da Facchi a redigere il progetto di riqualificazione ambientale della cava di tufo in localita’ Torrione nel territorio di Caserta e l’annesso impianto di igienizzazione. Dalle indagini che hanno portato all’emissione nel 2010 della prima ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Cosentino, firmata dal gip Raffaele Piccirillo, e dall’escussione del capitano dei carabinieri Pasquale Starace nell’udienza dello scorso dicembre a Santa Maria Capua Vetere, sono emerse alcune intercettazioni tra vertici dei Consorzi Napoli 1, Napoli 3 e Caserta 4 che formavano la Impregeco, sull’individuazione della discarica Lo Uttaro di Caserta come sversatoio di rifiuti. Questa manovra di individuazione di una nuova discarica, stando alle intercettazioni telefoniche illustrate dal capitano un mese fa, era favorita anche dall’interessamento di Nicola Cosentino, ma venne poi interrotta con il blocco dell’ordinanza grazie a una lettere del ministro Altero Matteoli. “Io sono stato in Austria, in Francia ma anche a Brescia per verificare il funzionamento dei termovalorizzatori”, ha spiegato Matteoli rispondendo a una domanda formulata dal pm Alessandro Milita. “L’intento – ha aggiunto il parlamentare – era quello di esportare quel modello in Campania”. Matteoli, con una lettera inviata a Facchi il 18 ottobre 2002 e acquisita oggi, precisava che “la realizzazione di una discarica da utilizzare in caso di emergenza faceva parte dell’esercizio che si attribuisce in via esclusiva solo al presidente della Regione e commissario delegato (ovvero Antonio Bassolino) e non al subcommissario”, ricordando che si era gia’ esperita una gara comunitaria che ha portato all'”individuazione di un operatore industriale (la Fibe)”. Pertanto “l’unico soggetto che deve provvedere alla gestione dei rifiuti urbani a valle della racconta differenziata, compresa la realizzazione delle discariche, e’ l’affidatario del servizio”. Accusa e difesa hanno acconsentito, inoltre, all’acquisizione del verbale di udienza di un processo relativo all’emergenza rifiuti in Campania giunto in corte di Appello in cui compare come teste lo stesso Matteoli. I giudici della prima sezione penale del tribunale sammaritano hanno rinviato il processo al 23 gennaio.

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