“Sicuramente, Oscar Luigi Scalfaro é stato molto critico con Silvio Berlusconi perché non lo considerava un elemento di positività per l’Italia”. Pier Ferdinando Casini sintetizza con questa frase il rapporto contrastato, sempre ai limiti, tra l’ex presidente della Repubblica ed il Cavaliere. Un rapporto mai semplice, complicato sin dai passi iniziali del primo esecutivo dell’uomo di Arcore,

quello del ’94, che poi cadde a causa del forfait della Lega di Bossi: Quel Bossi immortalato in ‘canottierà proprio nella Villa dell’attuale leader del pdl, in Sardegna. Il leader dei lumbard, nel pieno di quella ‘famigerata’ estate di 18 anni fa, professava ancora totale appoggio al governo. Un patto d’acciaio che a fine anno svanì nel nulla con lo sfilarsi del Carroccio e la nascita del primo governo, puramente ‘tecnico’, guidato da Lamberto Dini che fu ministro degli Esteri nella precedente Compagine. Berlusconi si dimise il 22 dicembre al termine di una lunga stagione di veleni che culminò, a detta dell’ex premier, con l’avviso di garanzia nei suoi confronti (mentre era in corso il vertice Onu sulla criminalità, a Napoli) annunciato nel titolo di apertura, con caratteri cubitali, di un grande quotidiano. Una operazione in cui molti, dentro Forza Italia, il partito di maggioranza relativa di allora, hanno visto anche lo zampino di Oscar Luigi Scalfaro. Che ha sempre ricambiato con altrettanta diffidenza. L’allora Capo dello Stato, raccontano le cronache del ’94, si impose con un netto no a Cesare Previti al ministero della Giustizia dove fu dirottato il liberale Alfredo Biondi. E fu accusato , prima della campagna elettorale del ’96, poi vinta dall’Ulivo di Romano Prodi, di aver fortemente voluto il ‘bavaglio’ della ‘par condicio’ contro Berlusconi. Il Cavaliere ‘morse il freno’ ma solo per un po’. Nei primi tempi accusò Bossi di essere la causa della sua caduta. Ma negli anni successivi aprì il fuoco di fila contro la magistratura e Scalfaro: Reo, quest’ultimo, di aver indotto il Senatur a ritirare l’appoggio al suo governo attraverso pressioni indebite, parlando anche di una sorta di “golpe”. Una frattura mai più sanata. Tant’é che nei retroscena giornalistici del 2006,sull’elezione del nuovo presidente del Senato più di un riferimento c’é al fatto che fu proprio il Cavaliere a bloccare qualsiasi accordo bipartisan ( prima che il centrosinistra riuscisse a far passare Franco Marini) sul nome del Senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro. Ancora ora, se si escludono le parole ufficiali di Angelino Alfano, molte sono le anime critiche nel Pdl contro l’ex presidente della Repubblica. A partire da quella del capogruppo Fabrizio Cicchitto che proprio oggi lo definisce come il “nostro coerente e agguerrito avversario”. E il Cavaliere ha taciuto per tutta la giornata, non una dichiarazione, non una nota di cordoglio.

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