“Dal 30 giugno basta proroghe all’intramoenia allargata. Le aziende sanitarie concedano ai medici gli spazi adeguati per svolgere la libera professione all’interno delle strutture pubbliche. Chiediamo inoltre al ministro della Salute di applicare la legge n.120 del 2007, che prevede canali separati tra attivita’ istituzionale e in intramoenia e il controllo dei volumi di prestazione”.

Ad affermarlo in una nota e’ Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, dopo gli arresti che a Napoli hanno coinvolto diversi medici e paramedici, responsabili secondo la magistratura di aver dirottato interventi chirurgici in alcune strutture private. Inoltre il Tribunale del malato lancia un appello anche ai cittadini “perche’ denuncino situazioni di questo tipo, spesso fenomeni sommersi che oggi piu’ che mai devono emergere a vantaggio di tutti. La vicenda di Napoli e’ esemplare di quanto la corruzione incida sulla nostra sanita’ – prosegue la nota del Tdm – sottraendo risorse al servizio pubblico e ai cittadini. Per questo chiediamo di rafforzare i controlli, a cominciare dalla questione delle liste di attesa e dell’intramoenia, in cui spesso si annidano fenomeni di scarsa trasparenza per non dire di vera e propria corruzione”. “I cittadini spesso non hanno le informazioni e gli strumenti per capire eventuali raggiri – sottolinea il comunicato – soprattutto quando hanno solo bisogno urgente di cure e si affidano a medici e strutture che, in alcuni casi, come accaduto a Napoli, sottraggono illecitamente risorse al Ssn. La cosa e’ ancora piu’ grave – conclude – se episodi del genere accadono in regioni come la Campania, sottoposte a Piani di rientro”.

 

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