Per il sindaco Giuseppe Dell’Aversana, gli assessori e i consiglieri di maggioranza è motivo di vanto e orgoglio. Per i cittadini di Sant’Arpino tra benefici e costi, questi ultimi sono di gran lunga superiori, e soprattutto sono tante, troppe, le criticità da superare e chiarire. Il servizio idrico allarga in maniera siderale la forbice tra chi vive nel palazzo del potere e la popolazione, ogni giorno alle prese con problemi economici che toccano la carne viva delle famiglie. Dopo gli articoli di Campania Notizie sulle bollette inviate dall’Acquedotti Scpa si sono riaccesi gli animi dell’opinione pubblica. Il “caso” inevitabilmente è scoppiato anche sui social. Tantissime le lamentele. Alcune poco motivate, in gran parte condivisibili, come ad esempio quelle dei commercianti che, pur essendo stati costretti ad abbassare le serrande, hanno ugualmente ricevuto le cartelle dell’acqua. Gli unici al mondo entusiasti per il funzionamento del servizio sono i vertici aziendali (si intuisce il perché) e i componenti dell’attuale maggioranza consiliare, che evidentemente da anni si sono trasferiti in un’altra galassia.  Dell’Aversana e company hanno sottoscritto una nota stampa per rivendicare l’adesione all’Acquedotti. “Nel corso di questi anni – recita un passo del comunicato – non è aumentato il debito nei confronti di Acqua Campania Spa concessionaria della Regione per la somministrazione di acqua potabile ai comuni. Il debito che ancora pesa sulle spalle dei cittadini, causato dalla marea di evasori che da decenni non pagavano, grazie all’entrata in servizio di Acquedotti Scpa è rimasto congelato senza lievitare. Adesso, tranne pochi furbi (a breve saranno acciuffati) tutti sono stati messi a ruolo per la soddisfazione di quei cittadini che da sempre pagano il tributo”. Caspita! Che paroloni. Se non vivessimo ancora sulla Terra ci crederemmo anche noi. Se non che, come ha fatto giustamente rilevare il Meetup Grano Duro, a supporto delle chiacchiere non c’è alcun atto che attesti il reale congelamento dei debiti (che, fanno notare i pentastellati, non sono “merluzzi”). C’è di più. La lotta agli evasori va fatta a tutto campo. E soprattutto senza guardare in faccia a nessuno. Un esempio: i parenti degli amministratori locali pagano la tassa per l’occupazione del suolo pubblico o sgommano via dai meandri dei tributi senza problemi? Ancora: i familiari di sindaco, assessori e consiglieri hanno versato gli oneri concessori (chiederemo a Sant’Elpidio) per le abitazioni nelle quali risiedono? Ecco, la vera guerra all’evasione si fa facendo pagare tutti. È l’unico modo per far pagare meno, prevedendo sgravi per le fasce meno abbienti.

Giuseppe Dell’Aversana e Elpidio Iorio

Tornando al servizio idrico e alla scelta “economicamente vantaggiosa per l’ente” di entrare a far parte dell’Acquedotti, Dell’Aversana e la squadra di governo fingono di non sapere che il consorzio di Comuni, composto anche da Orta di Atella, Acerra, Melito, Grumo Nevano, Qualiano, Casandrino, Alvignano e Castel Morrone, si è appesantito di gravosi costi politici di cui non si libererà più.  Nel 2001-2002 Angelo Brancaccio, allora sindaco di Orta di Atella, Comune fondatore e socio di maggioranza, fece approvare l’atto costitutivo con annessi e connessi. Gli annessi e i connessi consistevano in una raffica di assunzioni clientelari. Basta dare una sbirciatina alla pianta organica dell’azienda per comprendere subito come, in alcuni casi, l’Acquedotti sia stata utilizzata per “sistemare” amici e parenti ai danni dei contribuenti. Balzano agli occhi quattro nomi e cognomi. Partiamo da Michele Silvestre, assunto a tempo indeterminato dalla società idrica 2007. Chi è costui? Il nipote di Francesco Silvestre, ex segretario comunale ed ex responsabile del Siad di Orta, oggi in pensione, coinvolto nella maxi inchiesta sugli abusi edilizi nella città atellana. Poi c’è il secondo parente di un politico ortese notissimo. Si tratta di Maria Tizzano. È la nipote dell’ex sindaco Luigi Ziello. La congiunta del leader socialista fu inquadrata anche lei a tempo indeterminato 6 anni fa durante il ticket Brancaccio-Mozzillo alla guida dell’amministrazione. Nel 2019 la dea Bendata ha baciato il fratello di Basile Vernile, ex consigliere provinciale del Pd e già componente del civico consesso di Sessa Aurunca. E siamo già a tre. Il poker lo cala Brancaccio. Che, durante il suo impero, piazza il compariello (lo ha cresimato) Elpidio Iorio. Santarpinese doc, famoso per PulciNellaMente, lodevole rassegna scuola-teatro, basata essenzialmente su fondi pubblici la cui rendicontazione lascia molto a desiderare.  Oltre ad essere direttore generale della kermesse, Iorio è anche fondatore dell’associazione Colibrì, beneficiaria di contributi comunali. Il compariello di Brancaccio ha ottenuto il “posto fisso” all’Acquedotti con la qualifica di responsabile (categoria D). A fine mese si mette in saccoccia un bel po’ di quattrini. L’elenco dei raccomandati è lungo. Ma per Dell’Aversana e company non è un problema. Tanto pagano i cittadini.  

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