di Angela De Laurentiis

Vi sarete accorti che da un po’ di giorni mancano i miei articoli, il motivo lo vedete in foto, impegna tutto il mio tempo libero da quando l’ho recuperato da una statale, la Nola-Villa Literno. Era più o meno dieci giorni fa,

quando al ritorno di una visita medica tra le varie carcasse che si trovano sulle nostre strade, soprattutto le strade a scorrimento veloce, vedo questo povero cristo che cammina a fatica. Appena accostiamo l’auto, io e il mio compagno, il cane si siede a lato della strada e mi scodinzola, lo carico in auto non sapendo dove portarlo. Ancora una volta ahimè ho dovuto chiedere aiuto a quell’anima buona di Rossella Pezzella presidentessa dell’associazione Leda di Acerra. Rossella ha il rifugio pieno, i problemi, le spese che ha sono troppe ma per l’ennesima volta ha fatto l’impossibile per permettermi di aiutare questo altro cane. Appena arrivata al rifugio provo a passargli il lettore di microchip, scopro che ha un proprietario e non solo, il proprietario ha anche presentato la denuncia di smarrimento presso i carabinieri un anno prima. Mi tiro su di morale e penso che forse una volta tanto non è un abbandono ma davvero c’era qualcuno che voleva bene a questo cane e l’avrebbe ripreso indietro. Il giorno seguente prima lo porto dal veterinario per accertarmi del suo stato di salute, si vedeva che non stava bene, poi inizio a fare telefonate all’Asl e ai carabinieri per rintracciare la persona che lo aveva “smarrito”.

 

A una prima visita ciò che era evidente era una brutta tosse, l’emocromo evidenziava solo i globuli bianchi alti, sintomo dell’infezione in atto, la diagnosi fu di tracheite, curabile con pochi giorni di antibiotico. Intanto mi recavo personalmente dai carabinieri i quali mi diedero il numero di telefono del suo proprietario, dopo aver chiamato loro stessi. Fiduciosa chiamai ma la persona in questione a stento ricordava il nome del cane, non sapeva dirmi l’età, dovette leggere dalle carte che era nato nel 2004. Mi ha detto che non usciva più a caccia e che se mi tenevo il cane gli avrei fatto un piacere. Gli ho chiesto se voleva contribuire alle spese per rimetterlo in sesto e mi ha detto di no. Non voglio commentare, le sue risposte sono state chiare e si commentano da sole, quello che mi preme è la salute di questo povero cane perché la cura con antibiotico non ha dato risultati, gli è stato aggiunto cortisone ma anche quello inutilmente. Nei giorni seguenti non si contano le varie corse dal veterinario perché Brick ha crisi respiratorie frequenti, sembra soffocare, Rossella e le altre volontarie del rifugio mi chiamano più volte al giorno anche loro in preda al panico perché Brick all’improvviso si accascia al suolo, chiude gli occhi e sembra stia per soffocare. Facciamo vari accertamenti. Ha un tumore della pelle dietro l’orecchio, lo facciamo asportare in anestesia locale. Lui è un cane buonissimo, credo che capisca benissimo che lo sto aiutando, anche se lo sottopongo a molte visite mediche e cose dolorose o antipatiche, Brick mi guarda sempre con gli occhi della speranza e dell’amore. Quando lo porto al guinzaglio, quando siamo in sala d’attesa dal medico, quando è nel rifugio ogni tanto si gira verso di me, mi guarda e mi scodinzola, poi si avvicina e cerca la mia mano per rassicurazione, un umano non sarebbe così riconoscente, magari si lamenterebbe di dove l’ho portato, del box freddo di notte, delle continue visite, prelievi, interventi, lastre. Gli facciamo un biochimico e i test per le malattie infettive. Risulta positivo alla leishmaniosi con valori 1:640, per chi non lo sa la leishmaniosi è una malattia gravissima per i cani, portata dalla puntura di un flebotomo, contagiosa tramite fletomo, rientra nelle zoonosi, riduce i cani a scheletri ambulanti senza peli, croste sulla pelle, distrugge i reni. Si può tenere a bada per anni con farmaci specifici, costa un po’ la cura ma faccio spallucce e mi dico che non c’è problema, Brick avrà le cure.

Il problema però non è solo questo, dalle lastre al torace notiamo che i suoi polmoni sono a strisce bianche, io non sono un medico ma subito capisco che non è niente di buono e infatti la diagnosi è che potrebbe avere un tumore ai polmoni, ma nello stadio in cui si trova non ha molte speranze. Ho contattato un secondo medico per altri tipi di accertamenti e mercoledì dobbiamo fare un broncoscopia e lavaggio dei polmoni. Non so ancora dove andremo a finire, non voglio pensarci ora. Ciò che mi tormenta è vedere quanta fiducia ripone questo cane nell’essere umano dopo tutto quello che ha subito. Brick per sette anni è servito come cane da caccia, viveva in un box in campagna, non una casa, non le coccole di una famiglia, un box insieme ad altri cani da caccia come lui. In età avanzata, malato, non è servito più, era diventato un peso ed è stato un piacere “smarrirlo”. Ha vissuto per un anno da randagio, percorso chilometri, dalla provincia di Salerno è arrivato alla provincia di Napoli. Solo, stanco, affaticato e ammalato, affamato, assetato, nuovamente un essere umano, un po’ diverso dal precedente, ma questo Brick non so se lo sa, l’ha ripreso per rinchiuderlo ancora una volta in un box, gli offre cibo e acqua ma lo porta in giro a subire aghi e bisturi, lui continua a scodinzolare, si lascia fare di tutto, lui è riconoscente e alla fine di tutto questo, alla fine della sua vita che cosa gli aspetta? Brick non vivrà a lungo e la sua vita è stata infelice da quando era un cucciolo fino a quando ha forse trovato una persona che davvero avrebbe voluto offrirgli una casa vera, avrebbe cercato per lui un’adozione favolosa ma ormai è troppo debilitato per godersela e forse proprio per le sue gravi malattie nessuno lo chiederà mai. Ma che vita è quella dei cani? Voi ve lo chiedete mai? Li abbiamo addomesticati per usarli a nostro piacimento, li abbiamo selezionati per anni per creare le razze che ci servivano per i vari scopi o lavori, da compagnia, da caccia, da pastore, da guardia. Quando non ci servono più lo sapete meglio di me che fine fa buona parte dei cani, le statistiche parlano chiaro, vengono abbandonati, se non soppressi, uccisi in malo modo, ma ci rendiamo conto che sono esseri viventi? Ci rendiamo conto che hanno dei sentimenti? Che si fidano di noi? Brick intanto mi guarda e scodinzola anche se dai suoi occhi io lo vedo che capisce tutto, sa che non posso offrirgli di meglio, sa che dovrà ancora subite torture dai medici e che non sappiamo se ce la farà a superarle, certe volte è già tanto che respira, il veterinario ha detto che un uomo con i suoi polmoni non potrebbe respirare da solo, starebbe ricoverato in ospedale con l’ossigeno. Brick invece mi scodinzola e ha fiducia.

Questo non è solo un articolo, voglio fare un appello, se ci fosse al mondo una persona di buon cuore che vuole donare a questo cane un po’ di vita vera, quella che merita, in una casa può contattarmi e sarò lieta di portarvelo ovunque, in tutta Italia, ovviamente dopo aver accertato per bene che cosa ha.

 

 

 

 

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