Paolo Bettini e’ indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di una inchiesta antidoping della procura di Padova. Avrebbe avvertito un atleta di un controllo, dice l’accusa. Per il presidente federale Renato Di Rocco, ”era un nostro accertamento medico. Bettini avverti’ il corridore per il rispetto degli orari”.

L’episodio su cui la procura di Padova indaga risale al raduno premondiale della Nazionale nel 2010, quando gli azzurri erano all’Hotel Le Robinie di Busto Arsizio, in vista dell’impegno di Melbourne. Nell’ambito dei controlli sulla salute degli atleti, la Federazione aveva deciso di svolgere analisi sui convocati. ”Questo e’ un controsenso – dice Di Rocco – e il magistrato si informi bene. Era un controllo interno, di quelli che facciamo regolarmente. Bettini fece un sollecito perche’ l’atleta non mancasse”. Si dice ”allibito” il ct Paolo Bettini commentando l’attivita’ di indagine della procura di Padova sul doping che lo vede indagato. ”Nell’ambito delle mie funzioni di Commissario Tecnico e in accordo con la Federazione ho avvertito tutti i corridori del controllo a Tutela della Salute per evitare che alcuni di loro giungessero in ritardo per gli esami. Lo faccio sempre, anche in vista del raduno prima del recente Campionato del Mondo di Copenhagen, mi sono comportato cosi”’. ”Non sono controlli antidoping, ma controlli a tutela della salute per monitorare gli atleti e dei quali i corridori sono informati perche’ vengono effettuati in occasione di ogni ritiro azzurro. Resto allibito per quanto successo – conclude Bettini -. Sono accusato di una cosa che non esiste. Questo e’ un grave danno alla mia immagine”.

 

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