Nella folle deriva ultras esistono vendette da consumarsi senza date di scadenza. I tifosi del Napoli e quella della Roma sanno già cosa li attende: lo stop alle trasferte. L’Osservatorio del Viminale userà, con grande probabilità, la mannaia. Pagheranno tutti per quell’orda di barbari che si è sfidata a colpi di bastoni, bloccando l’autostrada del Sole. Per Salernitana-Napoli, per esempio, c’era stata una piccola apertura per il ritorno dei tifosi azzurri all’Arechi: non succederà. Il 27 gennaio c’è Napoli-Roma: il provvedimento di chiusura settore ospiti è scontato. Il Casms ora valuterà i pericoli per l’ordine pubblico per il big match di venerdì al Maradona. Fino a ieri sera non erano state disposte ulteriori restrizioni per i tifosi della Juventus: potranno partire anche i residenti in Piemonte, ma solo se tesserati. Al momento sono circa mille. Nelle prossime ore ci sarà un’altra riunione del Gos. Il calcio alza muri di indignazione altissimi. Aurelio De Laurentiis da anni ripete che in Italia ci vuole il pugno di ferro, che il modello da seguire è quello di Margareth Thatcher, la Lady di ferro. Le scene sulla A1 lo hanno infastidito, fatto arrabbiare, ha chiamato personalmente molti esponenti del governo per sollecitare interventi decisi nei confronti di chi trasforma le domeniche italiane in queste domenica di terrore. «Il Calcio Napoli condanna fermamente gli atti e i comportamenti di alcuni presunti tifosi, che purtroppo ancora frequentano gli stadi italiani, creando da sempre per i veri appassionati disagi e pericoli. Terrorizzando, come è successo ieri sull’autostrada A1, anche persone che tra l’altro erano completamente estranee a qualunque tifo calcistico. L’Inghilterra negli anni 80 ha estirpato i facinorosi dagli stadi rendendo il calcio inglese il più sicuro e spettacolare del mondo, con provvedimenti drastici ma efficaci. Auspichiamo che il ministro dell’Interno voglia prendere una volta per tutte iniziative appropriate e radicali. Sarebbe ingiusto, per colpa di poche centinaia di individui, vietare le trasferte a tutti. Ma non è tollerabile che persone violente possano viaggiare indisturbate per l’Italia e frequentare gli stadi». È il pensiero del presidente De Laurentiis, che da anni insegue un modello che conceda poche attenuanti ai violenti che rendono gli stadi italiani dei posti orribili da frequentare per famiglie e bambini. Lo disse anche in una delle sue ultime apparizioni, alla cerimonia dei 130 anni del Mattino: «Il calcio inglese ha fatto dell’industria e dell’impresa la sua filosofia. Questo perché ha capito che il nostro referente è il tifoso. I nostri impianti non sono sicuri e non ci consentono di accogliere le famiglie e soprattutto i bambini. In Premier, dopo l’intervento con il pugno duro di Thatcher, la situazione è stata risolta e adesso loro sono il punto di riferimento». Il presidente della Lega Calcio, Lorenzo Casini, ha pochi dubbi: «Non è un problema di sanzioni, bensì è necessario applicare le sanzioni che esistono: le persone che si comportano in un certo modo allo stadio non debbono poter entrare. Lo strumento esiste già, quindi il tema è identificarle il prima possibile e qui la tecnologia può aiutare: il riconoscimento facciale può essere usato per impedire che ci possano essere persone che vengono allo stadio a replicare comportamenti sbagliati». D’altronde, che senso ha chiudere degli stadi che negli ultimi anni sono stati invasi da centinaia di telecamere a circuito chiuso e dove, come al Maradona, persino chi accende un bengala in una amichevole (quella con il Villarreal) viene individuato, denunciato e daspato dalla polizia? È un modello Napoli che funziona e che rende sicuro il Maradona già da diverso tempo. Per questo non ha senso chiudere gli stadi e in particolare uno stadio come quello di Fuorigrotta. Serve individuare i colpevoli. E non consentire più il loro accesso in uno stadio. Anche il numero uno della Federcalcio, Gabriele Gravina è severo. È stato in contatto con il ministro dell’Interno, Piantedosi. «Bisogna rendere molto più stringenti ed efficaci alcune sanzioni. Riteniamo che la chiave di volta, come ho già accennato al ministro, sia lo stretto rapporto di collaborazione tra tutte le istituzioni. Si è ormai verificato che alcuni incidenti avvengono fuori dallo stadio con appuntamenti da far west per picchiarsi e dare sfogo alle proprie tensioni, questo è inaccettabile e vergognoso. Condanniamo in maniera decisa questi episodi, le istituzioni e il mondo del calcio devono fare di più insieme e creare le condizioni perché questi soggetti che nulla hanno a che fare con il calcio e lo sport vengano espulsi dal nostro sistema. Ha ragione il ministro Abodi, questa gente deve pagare», aggiunge Gravina, sottolineando come sia «giusto che il danno morale e di immagine, non allo sport ma all’intero Paese».

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