“Napoli è una trincea difficilissima che noi guardiamo con molta attenzione. Siamo impegnati al massimo nell’attività di prevenzione e repressione, convinti che ben presto i risultati non mancheranno”. Così il ministro dell’ Interno, Angelino Alfano, intervistato da la Stampa sul ragazzo ucciso l’altra notte da un carabiniere: “Nulla può giustificare la morte di un diciassettenne. Allo stesso tempo sento il bisogno di esprimere pubblicamente la stima grande e meritata che l’Arma dei Carabinieri gode nel Paese e nelle Istituzioni”. “Napoli, come intere zone del Sud, ha bisogno di un lavoro in profondità che parta dalle scuole e faccia avvicinare la gente allo Stato – che non può essere visto come un nemico – e alle sue regole”. Sull’operato dei carabinieri, rileva che “nonostante fosse da tre ore finito il turno di lavoro, erano impegnati nella ricerca di un latitante. Toccherà alla magistratura accertare la dinamica dei fatti. Mi fermo qui per il rispetto del dolore della famiglia del povero Davide”. Alfano interviene anche sulla protesta dei sindacati delle forze dell’ordine: i margini per ricucire lo strappo “ci sono se si mettono da parte i toni polemici e gli atteggiamenti minacciosi. Le loro richieste sono legittime”, dice, spiegando che “sul tavolo non c’è la richiesta di un rinnovo contrattuale ma l’eliminazione dei tetti salariali o delle promozioni bianche, alle quali non seguono adeguamenti salariali. Tutte cose giuste e sostenibili. Chiedo di lasciarci lavorare per trovare la soluzione senza esasperare il negoziato che può concludersi rapidamente”.