Reddito minimo garantito per chi si trova senza lavoro e l’arrivo certo del contributivo pro-rata per chi non lo applica ancora. E poi: un’ accelerazione dell’aumento dell’eta’ pensionabile per le donne e anche nuovi strumenti per favorire l’occupazione dei giovani, tutelando chi oggi e’ precario. Il Ministro del Lavoro Elsa Fornero stringe i tempi e annuncia da Bruxelles ”una riforma incisiva ma che rispetta il principio’ di equita’ tra le generazioni”. Riforma che – dice – ”verosimilmente sara’ annunciata entro pochi giorni”. Lunedi’ e’ previsto il Consiglio dei Ministri e qui, fra le altre misure per la crescita, e’ attesa la parte strutturale del piano pensioni che prevedera’ anche anche un adeguamento agli standard europei dell’eta’ pensionabile delle donne. Il governo – annuncia Fornero – lavorera’ a introdurre in Italia, con un pacchetto ancora da congegnare, il ”reddito minimo garantito”. L’Italia e’ l’unico Paese europeo, insieme all’Ungheria, a non prevederlo nel suo sistema di welfare. ”Dalla prossima settimana lavoreremo per migliorare il mercato del lavoro soprattutto per giovani e donne, con l’obiettivo di dare ai lavoratori piu’ svataggiati e precari, chance in piu’ di lavoro vero” ha aggiunto. Immediate le reazioni positive del Pd che vede nel ”reddito minimo garantito” ”un indispensabile strumento di lotta alla poverta”’ Tornando sul dossier pensioni Fornero ha annunciato l’introduzione del sistema contributivo pro-rata. Questo significa che dal primo gennaio 2012 le pensioni saranno tutte calcolate sulla base dei contributi versati, fatto salvo il meccanismo del sistema retributivo fino a tutto il 2011 per chi ne aveva diritto. Il ministro ha assicurato che ”eccezioni saranno fatte verso il basso” per dare di piu’ a chi non ce l’ha fatta. Cioe’ coloro che non sono riusciti a maturare contributi sufficienti per maturare una pensione dignitosa. Ancora oggetto di studio e di indiscrezioni il punctum dolens della soglia minima di contributi necessari per ottenere la pensione di anzianita’ a prescindere dall’eta’ raggiunta. Ora e’ fissata a 40 anni ma si parla di un possibile innalzamento tra i 41 e i 43 anni di contributi. Se per la Cgil di Camusso 40 anni e’ un ”numero magico” e ”serve un confronto”. Il Pd apre, per voce dell’ex ministro del lavoro Cesare Damiano, al sistema pro-rata e anche a un’eventuale innalzamento della soglia dei 40 anni, ma a patto che sia volontario e con un sistema di incentivazione e disincentivazione, tutelando chi e’ soggetto a lavori piu’ usuranti. Sulla flessibilita’ in uscita e’ d’accordo anche il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua: ”se si va verso il sistema contributivo e’ insita la capacita’ di flessibilita’ dell’uscita”, ha detto ricordando pero’ che in Italia l’eta’ media di pensione per anzianita’ e’ di 58,7 anni, mentre la media di vecchiaia e anzianita’ e’ di 60,2 anni ampiamente sotto la Germania (61,7 anni) e la Spagna (62,3 anni) la Francia e’ a 59,3 anni. Con l’avvicinarsi della data del Cdm i sindacati – che non sono ancora stati convocati – sono entrati in fibrillazione e chiedono ad alta voce un confronto pur sapendo che i tempi sono stretti. ”La parola magica e’ trattare e trovare soluzioni migliori” ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni uscendo poi alquanto dall’incontro con il ministro dello Sviluppo Corrado Passera: ”adesso mi sembra inesistente la volonta’ a convocarci” ha detto. Il ministro Fornero da Bruxelles si e’ detta disponibile a incontrare le parti prima di lunedi’, ma ha prudentemente aggiunto: ”dipendera’ dal premier e dai vincoli di tempo”. E domani e’ gia’ venerdi’.