Un movimento per il suicidio economico di un Paese che, se avesse Margaret Thatcher, dovrebbe ritenersi fortunato. In un lungo editoriale il Wall Street Journal usa toni non certo morbidi sulla manifestazione in piazza della Cgil, di sabato scorso. “Guidati dal sindacato più grande del Paese, la Cgil, i manifestanti vogliono preservare le tutele dei lavoratori così come sono oggi. Lo chiameremmo un movimento per il suicidio economico dell’Italia”, si legge sull’editoriale sottolineando come le regole del mercato del lavoro italiano siano rimasto “in gran parte immutate da quando si è insediato lo Stato moderno”. E per il quotidiano statunitense i sindacati “che sono rapidi nello scendere in piazza ma lenti nel giungere a un compromesso esacerbano i problemi” del mercato del lavoro italiano. L’Italia, sottolinea il Wsj, “ha il più alto numero di piccoli imprenditori in Ue non perché le imprese non vogliono crescere ma perché temono che un’espansione li porti a negoziare con sindacalisti come quelli della Cgil”. E, il “non sorprendente esito di queste barriere” è che il tasso di disoccupazione viaggia sul “12%” e “metà dei giovani non ha un impiego”. “Vista la scala di questi problemi il premier Renzi ha proposto una riforma che è un inizio ma è lontana dall’essere abbastanza”, si legge sul Wsj che sottolinea come Renzi “voglia gradualmente eliminare il sistema duale” nei contratti per “introdurre un singolo contratto che possa coprire tutti i lavoratori, trasferendo la tutela dell’impiego dal posto di lavoro al singolo impiegato”. Per questo la Cgil “ha accusato Renzi di abbandonare il dialogo sociale” a un livello “che si è visto una volta sola in passato, con la Thatcher”, si legge nell’editoriale. Ma per il Wsj “l’Italia sarebbe fortunata ad avere l’ ‘Iron Lady’. La gente che protestava sabato non marciava per ragionevoli protezioni del posto di lavoro, chiedeva una disoccupazione tutelata per milioni dei loro membri. Per l’interesse di tutti quali che sono fuori dal mondo del lavoro, soprattutto i giovani, Renzi dovrebbe mantenere fermezza nelle riforme”.

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