Era nell’aria già da tempo il ricorso al Tar di alcuni consiglieri di opposizione contro il Piano urbanistico comunale di Orta di Atella, approvato lo scorso 8 luglio dal civico consesso, ma forse nessuno si sarebbe aspettato che su una vicenda così importante nel gruppo consigliere del Pd si consumasse uno strappo. A sorpresa, a sfilarsi sono stati Francesco Piccirillo e Peppe Roseto. Il provvedimento infatti è stato firmato solo dai Democratici Michele De Micco e Stefano Minichino, oltre che dai consiglieri comunali Carlo Cioffi, Salvatore Del Prete e Giovanni Sorvillo. Sotto il profilo tecnico il ricorso è stato curato da De Micco, che è ingegnere e ha sempre bocciato senza se e senza ma il Puc, in quanto, a suo dire, non risolverebbe le problematiche urbanistiche della cittadina ortese. Ed è proprio questa la ragione principale che ha spinto lui, Minichino Cioffi, Del Prete e Sorvillo a rivolgersi al Tribunale amministrativo della Campania per bloccare l’iter del Puc, già entrato in vigore. Il ricorso è stato già depositato dal legale incaricato dai consiglieri. E nei prossimi giorni finirà sulla scrivania dei giudici amministrativi, che dovranno valutare la legittimità del Piano (un altro ricorso è stato presentato da due cittadini). Ma come mai Piccirillo, capogruppo Pd, e Roseto non hanno firmato il ricorso? Alla base di una scelta, che apre una ferita profonda tra i consiglieri dem, ci sono motivazioni politiche. A loro dire si correrebbe il rischio, da un lato, di creare allarmismo tra i proprietari delle migliaia di abitazioni attualmente non a norma, dall’altro di dare alla maggioranza guidata dal sindaco Angelo Brancaccio un alibi politico, qualora il Tar accogliesse il ricorso. Il sindaco e i suoi avrebbero vita facile nell’accusare l’opposizione di aver ostacolato il cammino del Puc, e quindi di aver danneggiato i cittadini. Un rischio, politico ed elettorale, che in particolare Roseto ha sempre tenuto ben presente. Non a caso ha sempre posto sul tavolo della discussione del gruppo consiliare il tema di un cambio di strategia. Secondo il candidato alla segreteria provinciale del Pd, la battaglia si sarebbe dovuta tenere, magari anche con più forza, sul terreno della politica, e non sempre e comunque nell’ambito giudiziario. Al di là delle differenti valutazioni, resta una spaccatura fortissima, che potrebbe avere gravi ripercussioni sia nell’ultimo scorcio di consiliatura, sia e soprattutto in futuro, in vista delle elezioni comunali del 2015. Insomma, da questa vicenda il Pd ne uscirà comunque con le ossa rotte. A prescindere dall’esito del ricorso al Tar.
Mario De Michele