“Lo sciopero regionale del settore delle costruzioni in Campania è riuscito. Ha risposto alle aspettative delle organizzazioni sindacali che, attraverso una capillare campagna di assemblee, hanno preparato da qualche settimana questa giornata di lotta e di mobilitazione di livello nazionale. Una buona partecipazione alla manifestazione e una estesissima astensione nei cantieri: dalla Metropolitana di Napoli al Policlinico di Caserta, dal Porto di Salerno alla Fortorina di Benevento, all’Aprea di Torre Annunziata, dalla Cementir di Maddaloni alla Italcementi di Salerno, agli edili di Avellino, che aspettano l’apertura del cantiere della LioniGrottaminarda e i restauratori, che guardano al rilancio del patrimonio dei Beni Culturali”. E’ quanto afferma in una nota il segretario generale della Fillea-Cgil Campania, Giovanni Sannino. “I 19 Grandi Progetti, per un valore di 2.800 milioni di euro, il Programma Europa Più (219 progetti) altri 700 milioni di euro, la cosidetta ‘accellerazione della spesa’, con i suoi 1300 mlioni di euro, per non parlare della nuova Agenda Europea dei Fondi Strutturali 2014-2020: sono – sottolinea Sannino – risorse disponibili, non soggette al Patto di Stabilità, che se investite bene potrebbero dare lavoro a poco più di 80mila edili tra diretti e indiretti. Ma la giornata di lotta ha anche ricordato che non c’è ripresa se non si assicura legalità, qualità e sicurezza sul lavoro. Non c’è ripresa se non si combatte il massimo ribasso e il sistema selvaggio dei subappalti, se non si applica il DURC per congruità”. “Un nuovo modello di sviluppo – aggiunge Sannino – che guardi all’edilizia con gli occhi della sostenibilità, contro nuove cementificazioni, per la sicurezza e la difesa del suolo e del territorio, per la riqualificazione dei centri urbani e le periferie, la sicurezza delle scuole”. “Napoli e la Campania – conclude Sannino – hanno bisogno di questo e non di annunci. Alle illusioni del Jobs Act che riduce solo i diritti dei lavoratori, al Decreto “Sblocca Italia” che aumenta le deroghe e aumenta le diseguaglianze territoriali, va contrapposto un piano serio del lavoro fatto di investimenti produttivi e duraturi. Ecco perchè gli edili torneranno in piazza il prossimo 12 dicembre con lo sciopero generale proclamato dalla CGIL e dalla UIL”

 

 

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