Si consolida il fronte dell’opposizione composto da Rifondazione Comunista, Lista Tsipras, Giovani Democratici, e dai consiglieri comunali del Pd Peppe Roseto e Stefano Minichino. Al documento politico-programmatico sottoscritto ad inizio gennaio fa seguito un altro manifesto, che sarà affisso domani, per fare il punto sulla vicenda Puc e denunciare ancora una volta che i “danni” di oggi provengono dal passato. Sono l’effetto, secondo la minoranza, di vent’anni di malgoverno, di cui sono responsabili tutti coloro i quali hanno partecipato alle precedenti gestioni amministrative, oltre che a quella attuale. Prc, Lista Tsipras, Gd, Roseto e Minichino ribadiscono che sarebbe un grave errore guardare solo agli effetti senza analizzare le cause. E quindi in prospettiva elettorale niente accordi con chi ha avuto a che fare con Angelo Brancaccio e la sua squadra. Una posizione coerente. Una sfida difficile. Che potrebbe non “pagare” in termini di voti (e non è detto), ma che sicuramente consente di gettare le basi per un progetto politico-amministrativo credibile e serio. Realmente alternativo.

” Il Tar della Campania – si legge nel manifesto intitolato “La grande bellezza della legalità contro l’ignobile bruttezza dell’affarismo” – ha deciso di non decidere riguardo al ricorso presentato contro il PUC di Orta di Atella. Nello scontro tra vinti e vincitori, riteniamo che l’unico vero sconfitto rispetto alla “non decisione” del Tar Campania in relazione al Piano Urbanistico Comunale sia sicuramente il popolo di Orta di Atella, vittima di scelte urbanistiche scellerate e di un mal governo ventennale che ha prodotto danni irreparabili alla vivibilità di un’intera cittadina. Procurando, inoltre, conseguenze gravissime per migliaia di neo famiglie ortesi che hanno investito i risparmi di una vita in un immobile risultato “abusivo”. Tutto questo lo diciamo per dovere di cronaca e per fare delle dovute puntualizzazioni sullo “stato delle cose”. Per quanto siamo sicuri che la prossima campagna elettorale molto investirà su questa questione, noi guardiamo oltre e intendiamo puntualizzare anche altro. Perché riteniamo che il PUC non sia, né il vero e più gravoso problema di Orta di Atella, né tantomeno la panacea di tutti i mali scaturiti da oltre vent’anni di cattiva politica. L’attuale PUC – recita un altro passo del manifesto – è in totale sintonia con i Piani Regolatori che l’hanno preceduto i quali, regolarizzando una logica affaristica protratta nel tempo, hanno di fatto consegnato le sorti dell’intera cittadina nelle mani di un’imprenditoria senza scrupoli legata al malaffare”.

Poi una stoccata all’indirizzo di chi, a destra e a manca, utilizza il Puc come grimaldello politico-elettorale. “Le sorti del PUC stanno veramente a cuore a chi ha ingenti interessi economici in ballo e a chi, muovendosi con l’unico scopo di salvaguardare quegli interessi, ha costruito la propria carriera politica e così intende ancora preservarla. I cittadini invece, costretti a convivere quotidianamente con disservizi di ogni tipo, hanno certamente a cuore anche la risoluzione dei problemi urbanistici ma nell’esclusivo interesse del paese”.

La posizione politica di Prc, Lista Tsipras, Gd, Roseto e Minichino è chiara come il sole: chi parla solo di Puc lo fa perché ha interessi personali da tutelare. Secondo l’opposizione invece bisogna avere una visione più ampia, evitare strumentalizzazioni sulla pelle della gente. “I problemi di Orta di Atella si risolvono con un impegno nuovo che diventi un progetto politico e soprattutto culturale completamente in antitesi alla cultura dell’illegalità che ha dominato ad Orta di Atella negli ultimi 20 anni. Il vero problema di Orta di Atella sono lo scempio del territorio e i danni procurati all’ambiente che ne sono la naturale conseguenza. Il problema è che quest’amministrazione, la quale deve gran parte delle sue “fortune” elettorali all’edilizia abitativa, si è sempre e solo preoccupata di cementificare il territorio senza mai preoccuparsi di progettare un’idea precisa di paese veramente degna di questo nome. Un’idea che vada incontro alle esigenze concrete di tutti i cittadini e non agli interessi particolari dei “soliti” pochi. Il problema è che questo paese ha visto praticamente raddoppiare la sua popolazione nel giro di pochi anni e che a questo aumento demografico non hanno mai fatto seguito gli adeguati (e ordinari) servizi da offrire ai cittadini. Il problema è che in questo paese, negli ultimi venti anni, le logiche clientelari hanno sempre prevalso sul rispetto delle regole democratiche”.

Il manifesto della minoranza si conclude con un ultimo affondo contro Brancaccio e company, ma anche con la sottolineatura che serve “un’alternativa politica concreta”. “Insomma, i problemi sono tanti, ma ce n’è uno che li comprende tutti, ovvero, l’invadenza del brutto, il fatto che si è dato corso ad una trasformazione radicale del paese in maniera del tutto arbitraria, senza avere alcun rispetto per la sua storia e per la sua vocazione territoriale. Noi crediamo che sia sufficiente girare per le strade del paese per sancire il fallimento politico di quest’amministrazione, contro la quale noi intendiamo porci come alternativa politica concreta, con una diversa idea di città e un diverso modo di concepire l’amministrazione della cosa pubblica”.

Una nota a margine sulla vicenda Puc. Prima una premessa: andrebbero presi a calci in culo coloro i quali, sia nella maggioranza che nell’opposizione, speculano per fini elettorali sui “guai” di centinaia di famiglie che hanno investito i risparmi di una vita per costruirsi la casa. Anche per questo va dato atto, in questo caso alla minoranza, di aver assunto una posizione seria e non demagogica, che affronta la questione in modo complessivo e non strumentale. Entrando nel merito della questione, invece, va detto a caratteri cubitali e senza tema di smentita che il ricorso per chiedere la sospensiva dello strumento urbanistico, presentato da cinque consiglieri di opposizione, è stato RESPINTO. Per chi non avesse capito lo diciamo in altri termini: NON E’ STATO ACCOLTO. E lo dimostra proprio la decisione del Tar di fissare l’udienza di merito, peraltro il prossimo 7 ottobre, cioè tra 9 mesi. Non a caso, a differenza delle stronzate che qualcuno continua a dire pur rivestendo cariche istituzionali, il Piano urbanistico è tuttora in vigore nella “sua interezza”, non solo per l’attuazione dei Pua. Sfidiamo chiunque a un confronto pubblico, magari in un dibattito con professori universitari di diritto amministrativo, a dimostrare il contrario. E ci rivolgiamo in particolare agli pseudo-esperti e ai presunti tecnici che all’indomani della sentenza del Tar hanno avuto la faccia tosta di dire che il ricorso non è stato bocciato. Su questo argomento siamo pronti a confrontarci con tutti. Estendiamo l’invito anche ai cittadini. Escluse le sanguisughe.

Mario De Michele

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