Sono 3 mila i posti letti in meno negli ospedali che ci saranno in Italia con l’applicazione del regolamento sui nuovi standard ospedalieri sul quale Governo e Regioni avevano raggiunto l’accordo lo scorso agosto. Dopo gli ultimi rilievi del Consiglio di Stato il provvedimento e’ stato trasmesso per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il primo impostante effetto sara’ quello di una sforbiciata di 3.000 letti, in base ai nuovi standard del 3 per mille per gli acuti e dello 0,7 per mille per la lungodegenza e riabilitazione. In tutto in Italia secondo i dati Istat ci sono 210.406 posti letto (quelli pubblici e quelli privati accreditati). Nel 2010 l’Italia (con 3,5 posti ogni mille abitanti) si collocava al di sotto della media europea (5,5 posti letto), al pari della Danimarca e subito dopo Cipro. Meno posti letto rispetto a quelli dell’Italia se ne contano in Svezia, Regno Unito, Irlanda, Spagna e Portogallo. Restano confermate anche le novita’ per le case di cura private: dal primo gennaio 2017 non potranno più essere accreditate quelle con meno di 60 letti per acuti, tranne per le monospecialistiche che saranno oggetto di valutazioni delle singole regioni. Il percorso sara’ progressivo per permettere alle strutture piu’ piccole di raggrupparsi per riuscire a continuare a lavorare con il Servizio Sanitario Nazionale. Restano fuori le case di cura con meno di 40 letti a partire dal 1 luglio 2015. Altra attesa novita’ quella sugli ospedali gestiti dagli infermieri: avranno dai 15 ai 20 posti letto e l’assistenza medica sarà assicurata da medici di medicina generale o pediatri o da altri medici dipendenti o convenzionati con il Ssn secondo criteri che saranno scelti a livello locale. Questi ospedali faranno capo ai distretti sanitari. Gli ospedali poi saranno divisi in tre livelli a seconda della complessità della loro organizzazione: quello di base, con un bacino d’utenza tra gli 80.000 e 150.000 abitanti, il primo livello livello tra gli 150.000 e i 300.000 abitanti e il secondo livello tra i 600.000 e 1.200.000 abitanti. Infine nascono le reti ospedaliere” per le grandi patologie come l’infarto e l’ictus, ma anche per le malattie rare, l’oncologia e la pediatria. In tutto 10 reti ospedaliere dedicate per ottimizzare la risposta terapeutica e assistenziale per altrettante aree terapeutiche e per la rete di emergenza, dal 118 al Pronto Soccorso si stabiliscono le nuove indicazioni con una attenzione per le zone particolarmente disagiate. Il regolamento riguarda il triennio 2014/2016 e il primo importante termine, quello del 31 dicembre 2014 per l’adozione dei nuovi standard per i posti letto e’ gia’ scaduto.

 

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