In tutt’Italia si stanno celebrando cerimonie in occasione del centenario della Grande Guerra, numerose le attività svolte nelle scuole, grazie ad un protocollo siglato tra Miur e Difesa, per far comprendere il significato delle missioni di pace ai giovani e in cosa si differenzia il soldato italiano. Mentre tutto questo accade in Italia ed in provincia di Caserta, non ultima la visita del ministro Roberta Pinotti che al Teatro Garibaldi ha incontrato gli studenti sammaritani in un convegno “Mai più trincee”, Caserta, città militare, oggi poteva essere protagonista di un grande evento: l’ inaugurazione del primo Sacrario Nazionale alla Memoria di tutti i Caduti nelle Missioni di Pace allocato all’Eremo di S. Vitaliano in Casola. Mi dispiace dire che la Città in cui vivo ed a cui sono legato profondamente ha perso l’occasione di essere protagonista assoluta in questa ricorrenza così importante. L’Italia è stata costruita sul sacrificio dei nostri giovani che hanno dato la vita per essa; dalla prima guerra mondiale alle ultime missioni di pace. I nostri militari sono coloro che si sono guadagnati il rispetto del mondo intero da Kindu in poi, sia per le loro straordinarie capacità professionali che per le doti umane. Caserta ė una delle città da cui partono puntualmente i soldati per difendere i più deboli delle Nazioni in cui sono impegnati. Proprio per questo è stata scelta come luogo per il Sacrario, che proprio oggi doveva essere inaugurato alla presenza del ministro Pinotti e dei Capi di Stato Maggiore delle quattro Forze Armate, ma soprattutto alla presenza dei familiari dei nostri caduti. Purtroppo oggi questo non avverrà, a causa delle gravissime mancanze nell’organizzazione dell’Amministrazione comunale di Caserta e del cerimoniale, che presi da interessi politici e personali, non hanno dedicato la giusta e meritata attenzione all’evento. È impensabile trattare quest’evento che coinvolge i sentimenti profondi di coloro che hanno perso un marito, un figlio, un compagno, un fratello con insensibile superficialitã dimenticandosi di invitare perfino alcuni di loro. Come cittadino e Servitore dello Stato ciò mi offende. Non si può pensare di affrontare tematiche così delicate, per giunta in una città dalla forte vocazione militare, senza avere rispetto di coloro che hanno donato la propria vita, onorando fino all’estremo sacrificio il giuramento reso alla Patria. Questo vuol dire non avere senso dello Stato e la memoria di ciò che ha reso grande e libera l’Italia. Il primo sacrario nazionale si inaugurerà non oggi ma a settembre, senza la partecipazione di chi ha dimostrato così tanto disinteresse. Da uomo e da soldato che ha condiviso la paura della morte ed il dolore della perdita degli amici non posso permettere un simile arrogante comportamento. Mi sono già scusato personalmente con i familiari e le autorità politiche e militari e farò tutto quanto è nelle mie possibilità per tenere fede alla parola data: Caserta avrà il suo Sacrario.