Non sembra peccare di cattiveria Walter Veltroni sostenendo che la politica ”e’ molto esigente con Monti dopo essere stata pochissimo esigente con se stessa”. Proprio nel giorno in cui il governo imposta la ‘fase 2′ della crescita, dai partiti e’ un fiorire di richieste e veti, diversi nei toni ma tutti mirati ad una correzione di rotta dell’esecutivo dei tecnici che, piu’ che alla riduzione del debito, dovrebbe guardare a misure per lo sviluppo e per ridare ossigeno a lavoratori e famiglie.

Il partito piu’ in sofferenza appare il Pdl, stretto tra la necessita’ di evitare emorragie verso il centro e il tentativo di riavvicinare, in vista delle amministrative del prossimo anno, la Lega, ormai in rotta di collisione con Monti. In nome di una revisione delle politiche fiscali e di bilancio, il vicepresidente Pdl alla Camera Osvaldo Napoli chiede al governo un ”break”: per Napoli, Monti deve fermare le macchine e convocare i partiti che sostengono l’esecutivo per rivedere la cura anti-crisi, visto che ”una quantita’ spropositata di antibiotici rischia di indebolire il paziente Italia, fino a ucciderlo”. La richiesta del Pdl e’ il mantra di sempre, ovvero l’ alleggerimento della pressione fiscale; mentre sulle liberalizzazioni, il partito di Berlusconi va con i piedi di piombo. Una strategia per la crescita, pur con ricette diverse, e’ la richiesta del Pd, agguerrito nel chiedere un pacchetto di liberalizzazioni, investimenti nelle infrastrutture, asta delle frequenze tv e una lotta massiccia all’evasione fiscale per recuperare risorse. Sulla riforma del mercato del lavoro, altra priorita’ del governo Monti, l’altola’ verso la possibilita’ di rivedere l’articolo 18 era arrivato forte e chiaro dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani prima della pausa natalizia. Senza politiche per la crescita, e’ convinto il responsabile economico del Pd Stefano Fassina, anche i mercati e lo spread non si placheranno; di qui l’invito al premier Monti a ”provare a correggere la linea di cieca austerita’ che la Germania porta avanti”. Per combattere l’evasione il lettiano Francesco Boccia rilancia tra gli obiettivi della fase 2 il via libera all’accordo con la Svizzera, mentre l’ala del Pd filo-Cgil avverte con l’ex ministro Cesare Damiano che il capitolo previdenziale non puo’ essere archiviato e che servono correttivi per una maggiora gradualita’ delle pensioni di anzianita’ per alcune categorie. Persino il Terzo Polo, che al governo ha dato carta bianca, non manca di sottolineare le sue priorita’ per la fase due: per il leader Udc Pier Ferdinando Casini ”occorrono il rilancio degli investimenti, misure per la produttivita’ e la crescita, una severa lotta all’evasione fiscale. Un’altra manovra no. Non la reggerebbe il Paese”. Proprio per evitare preventive levate di scudi dei partiti e successive marce indietro che il premier Mario Monti ha suggerito la strategia del silenzio ai ministri. Per capire in che direzione si va, il ministro Riccardi invita giornalisti e politici ad ascoltare la conferenza stampa di fine anno del Professore, che dara’ una ”lettura interessante dell’azione di governo finora e della prospettiva”.

 

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