Nelle condizioni di De Luca “non mi sarei candidato con la Severino pendente, ma qui conta anche il carattere, il modo di essere” e “lui si è buttato in questa vicenda con una convinzione assoluta, anche quando questa candidatura si intrecciava con le indubbie difficoltà poste dalla legge e dalle sue interpretazioni”.
A dirlo è l’ ex governatore campano Antonio Bassolino, che in un’ intervista a Repubblica osserva come il problema sia stato a monte, nella scelta del candidato da parte del partito: “Spettava al Pd riflettere e decidere consapevolmente”. “Avevo suggerito da settembre 2014 un’ altra strada”, ricorda: “un candidato unitario largamente condiviso e primarie confermative. Si è fatta la scelta da parte di quasi l’ intero partito campano e del Pd nazionale di andare a primarie competitive, era possibile e prevedibile le vincesse De Luca”. In questo modo si è creata, aggiunge, “una delicata e dolorosa contraddizione tra legge di partito (le primarie) e legge dello Stato (la Severino)” e “la legge dello Stato si rispetta ed è superiore a quella di partito”. Ora tutto è nelle mani dei giudici: “Si arriva a ciò quando la politica non adempie alle sue funzioni, poi è inutile lamentarsi e dire che i giudici si sostituiscono alla politica. Ora sono obbligati a farlo, non può esserci un vuoto. L’ augurio comunque è quello di un responso che consenta di andare avanti e poter formare una giunta”.