Pietro Vollaro, ritenuto dagli investigatori il reggente dell’omonimo clan attivo nella zona di Portici (Napoli) è stato fermato, in un’operazione congiunta di Polizia di Stato e Carabinieri, con l’accusa di tentata estorsione con l’aggravante delle finalità mafiose. Per non destare sospetti, Vollaro si muoveva in bicicletta per spostarsi più volte presso i cantieri presentandosi come ‘emissario degli amici di Portici’, intimando di ‘mettersi a posto’ e chiedendo un ‘regalo’. Agenti della Polizia di Stato, del commissariato di Portici-Ercolano e carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata (Napoli) hanno dato esecuzione ad un fermo di indiziato di delitto, emesso dal pm della Dda, nei confronti di Pietro Vollaro, 52 anni, attualmente sottoposto alla libertà vigilata con obbligo di firma, perchè ritenuto responsabile di tentata estorsione con l’aggravante delle finalità mafiose. L’indagine, secondo gli investigatori, ”ha consentito di documentare tentativi di estorsione riconducibili all’indagato commessi tra maggio e luglio 2015, ai danni di quattro cantieri edili attivi a Portici, ai cui titolari, dietro minacce – anche implicite – l’indagato avrebbe intimato il pagamento di un pizzo al gruppo camorristico di appartenenza, in cambio del favore per la prosecuzione dei lavori”. Secondo la ricostruzione fornita, Vollaro si muoveva in bicicletta per non destare sospetti e chiedendo la tangente alle imprese. Pietro Vollaro è figlio del capo dell’omonimo clan, Luigi Vollaro, alias ‘o califfo’, attualmente detenuto in regime di 41 bis.