”E’ un caso di malagiustizia targato Equitalia quello di cui e’ vittima Diego Armando Maradona”. E’ quanto sottolinea, in una nota, il difensore del ”pibe de oro”, l’avvocato Angelo Pisani, che aggiunge: ”Diego non e’ un evasore. Continueremo la nostra battaglia e il prossimo 5 aprile Maradona dimostrera’ l’illegittimita’ e la prescrizione della scandalosa pretesa”.
”Equitalia – ha spiegato Pisani – pretende da Maradona oltre 38 milioni di euro senza mai specificare il perche’ voglia incassare tale somma visto che l’originaria somma richiesta dal Fisco era di 8 milioni di euro. L’attuale addebito, senza alcuna specifica e trasparenza, – dice ancora Pisani – e’ di oltre 38 milioni, dunque circa 30 milioni di euro in generici e incontrollati interessi, sanzioni, more e chissa’ quali spese”. ”Il 5 aprile, comunque, – dice ancora Pisani – si dimostrera’ davanti a nuovi giudici l’inesistenza del titolo che lo perseguita, nonche’ l’ illegittimita’ e la prescrizione della scandalosa pretesa di Equitalia”. Per il legale di Maradona verra’ dimostrata anche ”l’ infondatezza del rigetto della sospensiva da un collegio che non ha assicurato un giusto processo, visto che, come giudice, figurava il padre di un avvocato di Equitalia”. ”La commissione tributaria provinciale di Napoli – sostiene il legale dell’ex campione argentino – impedisce a Maradona di poter tornare liberamente a Napoli fino all’esito del processo”. Per questo, Pisani, intende fare ricorso alla Corte Europea di Strasburgo ”per la violazione della convenzione dei diritti dell’uomo e delle liberta’ fondamentali”. ”Se Maradona, nel 1988, – sostiene Pisani – avesse ricevuto una regolare notifica della originaria cartella esattoriale, di cui a tutt’oggi non esiste ancora prova cartacea dell’esistenza, avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare che la pretesa del Fisco non era legittima, cosi’ come sono riusciti a dimostrare per casi analoghi, la vecchia societa’ Calcio Napoli, oltre che i compagni di squadra del Pibe de oro, Careca e Alemao”.