Sono gravissimi i capi di accusa che hanno portato ai domiciliari Emilio Vastarella, direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Salerno e all’arresto di un imprenditore del settore caseario, Gianluca La Marca, amministratore del caseificio Tre Stelle di Eboli e di un ex collaboratore di giustizia già affiliato alla camorra, il pluripregiudicato Giovanni Maiale. Sono indagati a vario titolo per corruzione e istigazione aggravata alla corruzione, detenzione e porto illegale di armi da sparo clandestine, ricettazione e turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso. Le indagini hanno accertato questo: orologi e bracciali in oro e brillanti servivano per ottenere sconti su pendenze tributarie. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri di Salerno. La Marca, avvalendosi delle intimidazioni attuate da Maiale, faceva in modo che altri imprenditori venissero minacciati e scoraggiati ad acquistare alle aste giudiziarie, impossessandosi così di una azienda di allevamento e produzione di latte di bufala. La Marca, inoltre, aveva attuato negli anni una politica di forte espansione economica, sfruttando risorse provenienti da una massiccia evasione fiscale attuata dall’azienda di famiglia. Per risolvere le pendenze tributarie che aveva con il fisco, l’imprenditore caseario si era rivolto al funzionario dell’Agenzia delle Entrate corrompendolo con un bracciale da donna in oro e brillanti e un orologio, ottenendo in cambio uno sconto di oltre 60mila euro. Non solo, ottenuto dal caseificio anche lo sblocco di un ingente rimborso iva che l’Agenzia delle Entrate aveva, come per prassi, congelato in presenza delle controversie tributarie. Per questo vantaggio economico conseguito illecitamente, il gip aveva già accolto la richiesta di sequestro preventivo avanzata dalla Dda e la Guardia di Finanza aveva sequestrato più di un milioni di euro sui conti correnti del caseificio.

 

 

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