Orta di Atella è forse uno degli emblemi del mondo capovolto in cui viviamo. Una realtà deformata dalla lente dell’ipocrisia e della schizofrenia politico-culturale. Si scorgono a piede libero brancacciani che da figli dell’impero romano massaggiavano la schiena a Cesare nelle acque termali di Ischia porgendo genuflessi candidi e soffici asciugamani bianchi. Si ergono a paladini della legalità i profittatori del boom edilizio. Quelli che ogni fine settimana ospitavano amici e parenti all’ Aeneas lungo la via Flacca (guarda caso) tirando polvere bianca tramite soldi sporchi arrotolati. Si oppongono allo status quo coloro i quali hanno partecipato ai baccanali degli anni del paganesimo cementizio: ex amministratori, qualcuno ancora in carica, politici giovani e vecchi sempre in voga, componenti del partito dei tecnici imbroglioni, imprenditori truffatori e mafiosi. Che ad Orta di Atella la Terra ruota nel sistema tolemaico si vede anche dalle, per così dire, piccole cose. Il mondo capovolto stavolta prende le sembianze di Mena Capasso. In attesa di entrare in consiglio comunale come prima dei non eletti (Dio ce ne scansi e liberi) la dirigente (non ridete) del (non)movimento “Coraggio” (esiste ancora?) ha indossato i panni di vigile urbano durante alcune manifestazioni pubbliche.

Ovviamente nel mondo all’incontrario è un vigile all’opposto di quello impersonato da Alberto Sordi nel riuscitissimo film di Luigi Zampa. La Capasso non è né solerte né meritevole. Le riesce molto meglio muovere accuse false. “Da quale pulpito viene la predica” è un motto che le calza a pennello. A differenza della pettorina della protezione civile. Nelle foto e nel video potete ammirare (trattenete le risate) la Capasso che non potendo dirigere l’inesistente Coraggio dirige il traffico. L’impaccio è evidente. Il rischio per pedoni e automobilisti anche. L’illegalità forse non è chiara a tutti (leggi la circolare). Normativa alla mano cerchiamo di farci capire. In base al codice della protezione civile “sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, alla gestione delle emergenze e al loro superamento”. È l’articolo uno. C’è poco da discutere e interpretare. In estrema sintesi un componente della protezione civile non può avere compiti di viabilità che spettano solo alla polizia municipale e in casi di particolare emergenza ai carabinieri. Prima grave violazione di legge.

Passiamo all’articolo 6 del codice non della strada ma della protezione civile: “…i Sindaci …esercitano le funzioni di vigilanza sullo svolgimento integrato e coordinato delle medesime attività da parte delle strutture afferenti alle rispettive amministrazioni…”. Egregio sindaco Andrea Villano non le vogliamo buttare un’altra croce addosso anche perché con la Capasso non c’è delizia ma una bacchettata sui dorsi delle manine se la merita. Anche perché l’articolo 12 sempre del codice di protezione civile contempla che “lo svolgimento, in ambito comunale, delle attività di pianificazione di protezione civile e di direzione dei soccorsi con riferimento alle strutture di appartenenza, è funzione fondamentale dei Comuni”. Al comma due dello stesso articolo si legge: “I Comuni, anche in forma associata, …assicurano l’attuazione delle attività di protezione civile nei rispettivi territori…”.

E ancora: “…alla disciplina della modalità di impiego di personale qualificato da mobilitare, in occasione di eventi che si verificano nel territorio di altri comuni, a supporto delle amministrazioni locali colpite… Alla predisposizione dei piani comunali o di ambito di protezione civile”. Caro sindaco cosa c’entra tutto questo con la Capasso? Non ci dica che ha il “Coraggio”. Non ha nemmeno più quello. È sbarcato su “Chi l’ha visto?”. E qui scatta un’altra profonda inosservanza di legge. Si guardi l’articolo 13 del codice. Oltre al corpo nazionale dei vigili del fuoco tra le strutture operative della protezione civile fa parte “il volontariato organizzato di protezione civile iscritto nell’elenco nazionale del volontariato di protezione civile…”.

E qui casca l’asino. Dovremmo usare il femminile. Saltando all’articolo 30 osserviamo che “L’uso del logo, degli stemmi, degli emblemi, delle denominazioni e di ogni altro segno distintivo dell’immagine, riferiti alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della protezione civile, è esclusivamente riservato agli operatori ad esso appartenenti”. Eccoci. Mena Capasso fa parte della protezione civile di Orta di Atella? Di più. Esiste il nucleo cittadino della protezione civile? Signor sindaco Villano abbia il “Coraggio” di dire di sì.

Mario De Michele

(continua…)

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