Per evitare situazioni limite come quella del Pronto Soccorso Umberto I di Roma e’ necessario tornare ”a investire nelle aree ‘salva-vita’ che sono i nostri Pronto Soccorso” e mettere in atto ”un controllo centrale piu’ severo soprattutto nei confronti delle Regioni che hanno dimostrato di non farcela da sole”.

Lo afferma, intervenendo alla ‘Telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale 5 il senatore del Pd Ignazio Marino, che ieri in un blitz al Policlinico insieme a Domenico Gramazio ha trovato, tra le altre cose, una signora in coma da 4 giorni legata a una barella in attesa di ricovero. ”Troppo a lungo – osserva Marino – la salute dei cittadini e la sanita’ sono state considerate costi da tagliare e non investimenti sulla salute”. Nel frattempo ci sono pero’ ”sprechi intollerabili, a partire dai ricoveri inappropriati, fatti in anticipo anche di giorni, che costano 1.000 euro al giorno. Soldi buttati che potrebbero essere invece investiti”. Per il presidente della commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, quello che manca e’ da un lato ”una assistenza territoriale adeguata da parte dei medici di famiglia e dei pediatri”, visto che ”l’80% di chi si rivolge al Pronto Soccorso lo fa perche’ non trova assistenza altrove”, e dall’altra ”la programmazione, che troppo spesso e’ stata affidata alla politica scellerata, di destra e di sinistra, visto che si sono verificati sprechi e irrazionalita’ da parte di tutti”. Ad esempio, spiega, ”nel Lazio ci sono 32 strutture per l’emodinamica, ma solo 6 funzionano h24. Ma l’infarto – chiarisce – non avviene solo dalle 9 alle 17 dei giorni feriali, dunque le altre a che servono?”. Marino punta il dito anche contro il sistema del commissariamento delle Regioni ‘in rosso’, visto che ”negli ultimi anni e’ stato affidato agli stessi politici che ne avevano avuto responsabilita’ come presidenti di Regione, che e’ come affidare un’azienda che fallisce a chi l’ha portata al disastro”.

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