”Lo sciopero di otto ore che la Fiom ha indetto rappresenta una battaglia preziosa per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori, per le cittadine e per i cittadini: perche’ se la democrazia, la Costituzione e i diritti vengono cancellati nei luoghi di lavoro, di conseguenza scompaiono anche nel resto del Paese, nella societa’ e nella vita di ciascuna e ciascuno di noi”. Cosi’, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, sul suo blog.
”Mai andrebbe dimenticato, infatti, che il fondamento della nostra Repubblica e’ la Costituzione e la Costituzione stabilisce con chiarezza, al suo articolo 1, che l’Italia e’ una Repubblica democratica fondata sul lavoro – sottolinea – E con lavoro si intende un’occupazione stabile, articolata secondo diritti e doveri, capace di garantire l’essere umano tanto dal punto di vista economico quanto della propria realizzazione personale. Prima con il governo Berlusconi ed oggi con il governo tecnocratico di Monti, che rappresenta la sospensione di una risposta politica alla crisi economico-istituzionale in atto, e’ stato portato avanti un sistematico attacco volto a scardinare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”. ”Esempio massimo di questo attacco e’ rappresentato dal (sub)modello imposto dalla Fiat, per altro con l’avallo dei governi e con la felicitazione massima di Federmeccanica e Confindustria – aggiunge – Essendo sindaco di Napoli, penso in particolare alla vicenda dello stabilimento di Pomigliano d’Arco: palestra e laboratorio per esportare la negazione dei diritti e della democrazia sul lavoro in tutto il Paese e in tutti gli stabilimenti”. ”Un contagio anti-costituzionale che aspira ad infettare tutto il mondo dell’occupazione e che e’ arrivato a raggiungere – conclude – per esempio e sempre nel caso di Pomigliano, una vera e propria forma di discriminazione illegittima, per cui lavoratrici e lavoratori iscritti alla Fiom non vengono riassunti, mentre nel resto degli stabilimenti questo sindacato, che non si e’ piegato a sottoscrivere un accordo lesivo dei diritti, viene posto fuori dalle fabbriche e costretto alla marginalita”’.