Riducendo tutto in percentuale le chance di una candidatura a sindaco di Elpidio Iorio sono pari al 5%. Nonostante le voci sempre più insistenti di un suo impegno in prima persona, molto probabilmente il direttore generale della rassegna scuola-teatro Pulcinellamente non parteciperà alla corsa per la fascia tricolore. Una scelta sofferta (“sarebbe un onore”) dettata da validi motivi. “Ci sono ragioni familiari e professionali – afferma Iorio, già assessore di Sant’Arpino e Marcianise – che mi inducono in questo momento a rinunciare a quella che potrebbe essere una bella aspirazione. Mi dispiace molto deludere tutti quelli che credono in me, ma nella vita bisogna anche saper dire di “no”. Ora come ora non mi sento di accettare”. Poi precisa: “Non ho mosso un dito per cercarmi la candidatura. Non partecipo a una riunione politica da 5 anni”. E in effetti il fondatore di Pulcinellamente si è davvero dedicato ad altro, in primis alla cultura, senza lavorare per tornare nell’agone politico con un ruolo di primo piano. “C’è un’onda popolare, assieme a tanti amici, che mi sta pressando e non nascondo che a me farebbe piacere perché sarebbe la conclusione di un percorso politico-amministrativo. Ma, come detto, – ribadisce Iorio – la mia discesa in campo è molto improbabile anche perché sarei costretto a lasciare la direzione di Pulcinellamente che per me è come un figlio”. Nel corso degli anni la kermesse è diventata un punto di riferimento nazionale. Lasciarla in altre mani sarebbe un salto nel buio.

Elpidio Iorio

Non rientra invece tra i motivi ostativi l’eventuale incompatibilità lavorativa. Iorio è dipendente della società Acquedotti, di cui il Comune di Sant’Arpino è socio seppur con una piccola quota. “Questo non sarebbe un problema – spiega – perché nel caso di una mia candidatura mi metterei in aspettativa dal lavoro per scongiurare il rischio della decadenza, nonostante nel mondo giuridico ci sono diverse scuole di pensiero in tema di incompatibilità con le cariche elettive essendo il Comune soltanto socio dell’Acquedotti”. Quando chiediamo a Iorio di indicarci in percentuale le possibilità di una sua partecipazione alle comunali di autunno lui risponde senza esitazione: “Al 95% non mi candido. Non dico al 100% perché le sollecitazioni sono tantissime e provengono dal basso”. Non bleffa Iorio. Le cose veramente stanno così. Vuole continuare a dedicarsi alla famiglia, agli impegni professionali e alla sua creatura (Pulcinellamente). Insomma, salvo clamorosi ma improbabili dietrofront non prenderà parte alla disputa elettorale. Il suo “niet” è stata una doccia scozzese soprattutto per Loredana Di Monte, Ernesto Di Serio, Gennaro Capasso, Ivana Tinto, Gennaro Vitale e Giovanni D’Errico. Dopo aver bocciato la candidatura di Caterina Tizzano, lanciata in pasto alle tigri dal sindaco Giuseppe Dell’Aversana, i 6 moschettieri avevano puntano e lo fanno ancora su Iorio come l’uomo della provvidenza. Attorno al suo nome si potrebbe formare un’ampissima coalizione con l’appoggio anche dei consiglieri di opposizione Mimmo Iovinella e Speranza Belardo e di molti esponenti del Terzo polo, al punto da far saltare l’investitura di Iolanda Boerio. Al netto della consistenza della coalizione la candidatura di Iorio sarebbe quella che creerebbe maggiori problemi allo schieramento di Eugenio Di Santo, partito con enorme anticipo sugli avversari. Per metterlo con le spalle al muro qualcuno ha anche detto a Iorio che se resterà alla finestra sarà colpa sua se Di Santo governerà per i prossimi 10 anni. Com’è facile attribuire agli altri responsabilità che sono proprie. Molto più difficile, soprattutto per la “fu” maggioranza, fare mea culpa sul disastro politico amministrativo compiuto in particolare in questi ultimi mesi. Il terzo mandato di Dell’Aversana non è nato sotto una buona stella. È iniziato male e sta finendo peggio. Iorio rischia di diventare la foglia di fico per coprire i gravi errori commessi da una coalizione che si è dimostrata incapace di governare.    

Mario De Michele

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