Omicron 2 è in Italia. La sottovariante è stata sequenziata in nove regioni, tra cui anche il Lazio. La prima regione a darne notizia era stata la Liguria, dove erano stati accertati due casi: uno dopo il sequenziamento di routine al San Martino, il secondo invece è emerso dal sequenziamento di un campione derivante dal monitoraggio nazionale, che coinvolge il laboratorio di Igiene diretto dal professor Giancarlo Icardi. Ma secondo l’Iss la sottovariante di Omicron Ba. 2, ribattezzata Omicron 2, è in 9 regioni ed è pari all’1% delle sequenze classificate come Omicron. È stata segnalata in Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana. Lo evidenzia l’indagine rapida condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. «È di un certo interesse il fatto che in questa indagine siano state rilevate 21 sequenze riconducibili al lignaggio BA. 2, che è causa di più del 50% di infezioni da Sars-CoV- 2 in alcuni Paesi Europei tra i quali, in particolare, la Danimarca», conclude l’Iss. «La variante Omicron è ormai largamente predominante in più del 95% dei casi, in alcuni casi è stata rilevata la variante Omicron 2 ma non è molto diversa nelle caratteristiche da Omicron 1», ha detto Brusaferro, generale della prevenzione del ministero della Salute, commentando i dati del monitoraggio di oggi. L’ultima indagine rapida dell’Istituto superiore di sanità dimostra come la variante Omicron «abbia soppiantato ormai quasi completamente la variante Delta, con una prevalenza stimata al 17 gennaio del 95,8% contro il 4, 2% della Delta. All’interno di queste varianti poi si identificano anche dei sottolignaggi come la BA. 2, che è stata segnalata in 9 Regioni».

Le prime segnalazioni della “sorella” della variante Omicron, indicata con la sigla BA. 2, risalgono a metà dicembre in India, dove la variante del SarsCoV2 è diventata rapidamente dominante, e in seguito si è diffusa nelle Filippine, Singapore e Giappone. Nello stesso periodo è stata rilevata anche in Sud Africa e ha raggiunto l’Europa, dove le sequenze sono state identificate in alcuni Paesi scandinavi, fra i quali la Danimarca, in Gran Bretagna e in Germania. L’Italia è entrata adesso fra i Paesi nei quali la BA. 2 è presente. La variante appartiene allo stesso ceppo della Omicron che conosciamo da tempo, ossia il B.1.1.529, ma si distingue per alcune mutazioni sulla proteina Spike, l’artiglio con il quale il virus aggancia le cellule. Per questo motivo, per distinguerla dalla prima versione della Omicron, è stata chiamata BA. 2. Finora sono state isolate tre sottovarianti di Omicron: Ba.1, Ba.2 e Ba.3. A livello mondiale, Ba.1 rappresenta la maggior parte dei casi. Tuttavia, in Danimarca Ba.2 sta guadagnando terreno, ha riferito lo Staten serum institut (Ssi). Qui nell’ultima settimana la sottovariante Ba.2 ha rappresentato il 20% di tutti i casi di Covid, in aumento del 45% rispetto ai sette giorni precedenti. Nello stesso periodo è stato registrato un calo della diffusione di Ba.1. Anche altri Paesi segnalano un aumento dei casi Ba.2: sono Gran Bretagna, Norvegia e Svezia, ma l’aumento non è allo stesso livello della Danimarca. Massimo Galli ha spiegato che della variante Omicron 2 «non sappiamo molto. E comunque non possiamo ignorarla, va osservata. E’ ancora una volta la dimostrazione che, come sappiamo, questo virus cambia. In meno di un anno sono emerse la bellezza di tre varianti in grado di sostituirsi l’una con l’altra, avendo grande diffusibilità: la Alfa o inglese, poi l’indiana detta Delta, e poi questa Omicron. Finché non vacciniamo a fondo i Paesi più poveri, avremo sempre il rischio di nuove varianti. E ciò accade anche quando in un Paese molto vaccinato, come il nostro, il virus riesce a circolare molto ed infettare molto».

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