Mazzette per nascondere gli abusi edilizi: condannati in abbreviato l’ex geometra comunale stabiese e la coppia di coniugi suoi intermediari, a giudizio gli altri imputati. Si è chiuso ieri con la sentenza il processo di primo grado per tre imputati, accusati di induzione indebita a dare o promettere utilità. Organizzatore del giro di tangenti, secondo l’accusa, era Ranieri Esposito, ex geometra dell’ufficio tecnico del Comune di Castellammare, condannato a sette anni di reclusione. Per lui, nonostante sia in pensione, Palazzo Farnese ha disposto il licenziamento con formula retroattiva al termine del procedimento disciplinare. I finanzieri della compagnia stabiese, che avevano avviato le indagini nel 2019 dopo una segnalazione da parte della polizia municipale, avevano individuato come suoi complici gli anziani coniugi Guglielmo Albano e Carla Tregrossi, condannati a cinque anni di reclusione per aver fatto da intermediari tra il funzionario comunale e gli autori degli abusi edilizi, facendo anche la «cresta» sulle mazzette. Su richiesta della pm Marianna Ricci, che ha rappresentato in aula la Procura di Torre Annunziata, il gup Fernanda Iannone ha rinviato a giudizio per lo stesso reato anche l’architetto Alfonso Giuseppe De Riso e l’imprenditore delle luminarie Alfonso Castellano, i quali affronteranno il processo con rito ordinario, mentre è stata stralciata la posizione dell’assicuratore Vincenzo Iurillo che ha chiesto l’ammissione alla messa alla prova. Lo scandalo mazzette era scoppiato a dicembre 2020, quando i finanzieri arrestarono Ranieri Esposito con l’accusa di aver intascato alcune tangenti per nascondere gli abusi edilizi in una villa con vista sul Golfo di Napoli e a due passi dal Castello Medievale di Castellammare, nonché nel capannone di un imprenditore. Gli abusi edilizi erano emersi nel corso di alcuni accertamenti da parte della polizia municipale, con gli agenti stabiesi che avevano effettuato sopralluoghi e appostamenti, prima di essere affiancati dalle fiamme gialle. Le indagini dei finanzieri avevano poi permesso di ricostruire l’intera rete di corruzione e di complici. Stando all’accusa, Ranieri era stato pagato 10mila euro più una polizza su uno scooter per nascondere gli abusi edilizi nell’abitazione dell’assicuratore, mentre aveva intascato 4mila euro per coprire alcune irregolarità in un capannone di Castellano. Inoltre secondo l’accusa il «patto corruttivo» durava nel tempo e permetteva di proseguire i lavori, senza ulteriori sequestri, attraverso la nomina di consulenti e di avvocati, in particolare di un architetto, grazie al quale l’imprenditore avrebbe ottenuto l’assoluzione. In entrambi i casi, il geometra Esposito avrebbe promesso il completamento delle opere abusive, nessun controllo e anche l’assoluzione, testimoniando il falso durante il processo. «Il Comune di Castellammare afferma il sindaco Gaetano Cimmino si è costituito parte civile per il danno d’immagine causato dalle condotte di tali soggetti». Ranieri era stato sospeso mesi prima perché arrestato per stalking ai danni dell’ex compagna e, la scorsa estate, era finito in carcere dopo quattro evasioni dai domiciliari.

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