“Ho tentato di mediare fino all’ultimo” con Polonia e Ungheria. “Ora continueremo a lavorare” con questi due Paesi Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al termine del Consiglio Ue. Polonia e Ungheria? “Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali. La loro posizione non riguarda la dimensione esterna che è la priorità italiana ed è l’unione modo per affrontare la migrazione mettendo d’accordo tutti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un punto stampa dopo il vertice Ue. “La questione che pongono polacchi e ungheresi non è peregrina, sono probabilmente i due paesi che si stanno occupando più di profughi ucraini, lo fanno con risorse Ue che non sono sufficienti”, ha spiegato Meloni confermando che mercoledì sarà a Varsavia. “Continuerà a lavorare” per una mediazione con i 25 “ma più difficile”, ha detto. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tentato una mediazione con Polonia e Ungheria sul tema dei migranti su mandato del presidente Ue Michel ma il tentativo non è andato a buon fine. “Non ho riserve nei confronti della mia amica Giorgia e sono soddisfatto del ruolo che ha svolto perché ha sempre cercato di trovare un compromesso” ma “abbiamo convenuto sul fatto di non essere d’accordo” sul tema dell’immigrazione: “lo siamo su tutto il resto”. Lo ha detto il premier polacco, Mateusz Morawiecki, al termine del vertice Ue, rispondendo a una domanda sulla mediazione della premier Meloni sul capitolo immigrazione. “Le auguro buona fortuna con questo patto. Non credo – ha aggiunto – sia la soluzione perché non affronta il problema alla radice, ma non commento le prerogative e le valutazioni del governo italiano”. “Il ruolo dell’Italia è da protagonista in questo Consiglio europeo. Sono soddisfatta del lavoro fatto”. “Se l’Ue offre una scelta alle popolazioni che tentano di lasciare l’Africa si cambia l’approccio”.Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo . “L’Africa non e’ un continente povero, ha molte risorse,è un grandissimo produttore di energia, soprattutto pulita, noi abbiamo un problema di approvvigionamento e l’Italia puo’ essere la porta di questi investimenti”, ha proseguito sottolineando che “su questo c’è un consenso unanime”. Intanto Emmanuel Macron lascerà a breve il Consiglio europeo per fare rientro a Parigi, dove alle 13 presiederà una nuova riunione dell’unità di crisi interministeriale convocata dopo la terza notte di violenze in Francia a seguito della morte del diciassettenne Nahel, ucciso a Nanterre da un poliziotto. Il presidente è stato “pienamente informato degli eventi”, ha fatto sapere uno dei consiglieri di Macron a margine dei lavori del vertice Ue. Secondo quanto riferito dalla delegazione francese, al tavolo dei leader la posizione di Parigi sarà rappresentata per il resto della giornata di lavori dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Era in corso una guerra sull’immigrazione”. Così il premier ungherese Viktor Orbán ha riassunto in un’intervista a Kossuth Radio la lunga notte al Consiglio europeo, segnata dal veto di Budapest e Varsavia sul capitolo delle conclusioni dedicate alla migrazione. “Non una rivolta, ma una lotta per la libertà”, ha detto Orbán, ricordando le conclusioni dei vertici passati secondo cui le decisioni in materia sarebbero state prese con il consenso degli Stati. Nonostante ciò, ha osservato, la proposta sulle quote obbligatorie di migranti è stata approvata dai ministri dell’Interno Ue con quello che Orbán ha definito un “colpo di mano”. “Il Patto sulla migrazione non verrà condizionato dalle discussioni, solo semmai le conclusioni del Consiglio Europeo. Dobbiamo trovare il modo di ridurre il numero di arrivi, questa è la dimensione esterna e su questo non ci sono disaccordi: ci stiamo trascinando le divisioni su quanto accaduto prima”. Lo ha detto la premier estone Kaja Kallas dopo lo stop al patto avanzato da Ungheria e Polonia. Polonia e Ungheria fanno blocco al Consiglio Europeo. Il terreno di scontro è il capitolo migranti. Varsavia e Budapest vedono come fumo negli occhi il nuovo Patto approvato a maggioranza qualificata dal Consiglio Affari Interni in Lussemburgo dopo un negoziato fiume. Perché, sostengono, il tema è troppo delicato e compete ai leader. Che però decidono all’unanimità. Un ingorgo, insomma, che porterebbe allo stallo l’intesa sulla solidarietà obbligatoria raggiunta a inizio giugno. “Sarà una lunga notte!”, scrive su Twitter Balázs Orbán, direttore politico del premier ungherese Viktor Orban. E così si avvita tutto, ritardando la pubblicazione della conclusioni sull’Ucraina e sulla difesa europea. “Bruxelles spinge per un testo pro-immigrazione, mentre il duo polacco-ungherese combatte e resiste insieme: una grande battaglia è in corso al Consiglio Europeo sul Patto sulla migrazione”, continua Balázs. “Dobbiamo smantellare i network criminali dei trafficanti di essere umani, che sfruttano la sofferenza, e sviluppare metodi legali di ingresso nell’Ue: abbiamo bisogno di un nuovo approccio comprensivo con i Paesi partner e questo passa dallo sviluppo delle energie rinnovabili, che spesso abbondano, le competenze e l’innovazione, nonché un processo chiaro sulle talent partnership”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

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