Le prospettive per la crescita economica e l’inflazione restano “estremamente incerte”. Sulla crescita pesano la guerra e i possibili effetti della stretta monetaria più forti delle attese. Sull’inflazione gravano invece possibili nuove pressioni verso l’alto sui costi dei beni energetici e alimentari, legate anche al ritiro unilaterale della Russia dall’accordo sul grano, e le condizioni metereologiche avverse, alla luce dell’evoluzione della crisi climatica, che potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari più del previsto. Lo scrive la Bce nel nuovo bollettino economico. “Le prospettive economiche a breve termine per l’area dell’euro si sono deteriorate, principalmente a causa dell’indebolimento della domanda interna. L’elevata inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive comprimono la spesa. Ne risente soprattutto il prodotto del settore manifatturiero, frenato anche dalla debole domanda estera. Anche gli investimenti delle imprese e quelli nell’edilizia residenziale mostrano segnali di debolezza. I servizi continuano a evidenziare una maggiore tenuta, specialmente nei sottosettori ad alta intensità di contatti, come il turismo. Tuttavia, il comparto dei servizi perde slancio”, scrivono gli economisti di Francoforte. “L’economia dovrebbe rimanere debole nel breve periodo. Nel corso del tempo il calo dell’inflazione, l’incremento dei redditi e il miglioramento delle condizioni dell’offerta dovrebbero sostenere la ripresa. Il mercato del lavoro resta solido. Il tasso di disoccupazione si è mantenuto a maggio sul minimo storico del 6,5 per cento e si stanno creando molti nuovi posti di lavoro, in particolare nel settore dei servizi. Nel contempo, gli indicatori prospettici suggeriscono che questa tendenza potrebbe moderarsi nei prossimi mesi e divenire negativa per il comparto manifatturiero”, si legge nel bollettino. Per quanto riguarda l’inflazione, a giugno è diminuita ulteriormente al 5,5% dal 6,1% di maggio. I prezzi dell’energia sono scesi nuovamente, registrando un calo del 5,6% sui dodici mesi. Anche sui beni alimentari ha continuato ad attenuarsi, pur restando su un livello elevato (11,6%). Ma l’inflazione di fondo, cioè al netto dei beni alimentari ed energetici, continua a salire (a giugno a 5,5%), a fronte di tendenze divergenti mostrate dai beni e dai servizi. L’inflazione dei beni è infatti diminuita ulteriormente (dal 5,8% di maggio al 5,5% di giugno), mentre quella sui servizi è aumentata (a giugno ha al 5,4% dal 5% di maggio), anche grazie alla sostenuta dinamica della spesa per viaggi e vacanze.
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