Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si sarebbe imposto oggi in gabinetto di governo per assicurare il via libera della Germania alla riforma del diritto di asilo Ue. Berlino non si dovrebbe quindi astenere domani all’incontro dei ministri dell’Interno di Bruxelles sul regolamento sulla gestione delle crisi. Lo scrive Bild citando ambienti governativi. Scholz avrebbe così fatto valere la sua linea sulle contestazioni dei Verdi, in particolare quella della ministra degli Esteri, Annalena Baerbock. Come conferma Faz, sempre citando fonti governative, Scholz ha deciso che Berlino “non fermerà nulla” a Bruxelles in merito ai regolamenti d’emergenza per gli Stati che sono sotto una pressione migratoria particolarmente alta. Il riferimento è alla parte della riforma del diritto d’asilo Ue sempre criticata dai Verdi tedeschi, un dissenso che rischiava di bloccare tutto in sede europea. Come sottolinea Faz, Christian Lindner, ministro delle Finanze e leader della Fdp, ha sostenuto la posizione di Scholz. Per i Verdi, invece, si tratta “dell’ennesima sconfitta” nella maggioranza di governo tedesca, scrive il giornale. “Bruxelles vuole farci andare giù il fallito patto sui migranti prima delle prossime elezioni europee. Mentre i migranti illegali attaccano i nostri poliziotti, Bruxelles vuole costringerci a farli entrare. Un’altra idea folle della bolla di Bruxelles. Non lo permetteremo!”. Lo scrive su X il premier ungherese, Viktor Orban, in merito al Patto Ue sulla migrazione. Tra la Francia e l’Italia c’è oggi “una visione condivisa della gestione della questione migratoria”: è quanto affermano fonti dell’Eliseo nel corso di un briefing consacrato al prossimo vertice Med 9 a Malta. “Da soli gli Stati membri non possono gestire la questione migratoria”, sottolineano all’Eliseo, rallegrandosi che dall’ultima crisi di Lampedusa “Meloni si giochi ormai la carta del sostegno europeo” e aggiungendo che Roma e Parigi andranno a promuovere una posizione comune al vertice di Malta e in occasione dei prossimi appuntamenti europei. Nel corso del briefing all’Eliseo, le fonti vicine al presidente Emmanuel Macron hanno sottolineato che Roma e Parigi intendono andare al vertice Med 9 di Malta con una posizione comune e proposte “concrete”. “Primo atto della strategia – precisano a Parigi – intervenire con i Paesi d’origine, lavorare con loro, per prevenire questi flussi che poi transitano dalla Tunisia. Secondo atto: lavorare con la Tunisia per fermare le partenze e smantellare le filiere di trafficanti di esseri umani”. Il terzo atto riguarda il rafforzamento dei “controlli in mare”, mentre il quarto è relativo all’esame del diritto d’asilo. Secondo il Patto asilo e immigrazione attualmente in fase di negoziazione a Bruxelles, sottolineano le fonti francesi, questo esame deve avvenire nel Paese di arrivo, con un “rafforzamento” dei mezzi a disposizione nei cosiddetti hotspot. Una strategia, puntualizzano le fonti, ampiamente evocata dal ministro francese dell’Interno, Gérald Darmanin, nel corso della sua recente visita a Roma dall’omologo Matteo Piantedosi e anche ieri da Macron e Meloni a Roma, dopo la cerimonia civile in omaggio all’ex presidente Giorgio Napolitano. Quanto al piano Mattei proposto dalla premier italiana, sottolineano a Parigi, “si integra con la nostra agenda di discussioni con l’Unione africana e Ue-Africa”. La premier italiana Giorgia Meloni “ha fatto davvero la scelta di un approccio europeo coordinato” per rispondere alla questione migratoria. E “questo è un segnale molto concreto e molto importante”: fonti dell’Eliseo, nel corso di un briefing consacrato al prossimo vertice Med 9 a Malta, hanno risposto così a chi chiedeva se agli occhi della presidenza francese la premier italiana ed esponente di Fratelli d’Italia fosse ormai divenuta “una leader europea come gli altri”. Le fonti hanno osservato che “alcune voci”, incluso nella coalizione al potere in Italia, “privilegiano una risposta nazionalista, sostenendo che quella dei migranti è una questione nazionale che può essere risolta su basi nazionali”. Ma Meloni, si rallegrano a Parigi, “ha fatto davvero la scelta di un approccio europeo coordinato”. E “questo è un segnale molto concreto e molto importante”. Le fonti presidenziali francesi hanno anche evocato la missione di Meloni da Macron, lo scorso giugno, quando il leader francese evocò i profondi legami di amicizia che legano i due Paesi. “Un’amicizia – puntualizzano a Parigi – che permette talvolta di far vivere controversie ma anche accordi, ma in un quadro sempre rispettoso”. Nel corso del briefing con la stampa è stato anche ricordato “l’ampio trattato di cooperazione e amicizia” tra Parigi e Roma, il cosiddetto Trattato del Quirinale “firmato ormai quasi due anni fa”, quando alla presidenza del Consiglio c’era Mario Draghi. L’importanza di lavorare a una posizione comune e coesa, per rendere l’azione più efficace, e la necessità di insistere sull’attuazione rapida dell’approccio comune, concordato nel Consiglio europeo di febbraio. Sono i contenuti di una lettera che, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato ai partner del formato EuMed9, in vista del vertice di Malta di venerdì, e per conoscenza a Ursula von der Leyen e Charles Michel. L’appello, spiegano fonti diplomatiche, è quello di continuare a impegnarsi per dare segnali e avere risultati immediati, con un riferimento al Memorandum con la Tunisia. “Un Paese” che si trovi a far fronte a un arrivo massiccio di flussi migratori come a Lampedusa, “un’isola di 6.000 cittadini” che “improvvisamente riceve 1.700 persone in un giorno, altre 3.000 un altro”, “non può essere lasciato solo e non può sentirsi lasciato solo”. Così la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un’intervista al pool di agenzie di stampa riunite nell’European Newsroom. Metsola ha sottolineato la necessità di “non separare la dimensione interna e quella esterna dell’immigrazione” e di “essere coerenti nel modo in cui trattiamo con i paesi vicini”. “Finché non avremo trovato una soluzione che consenta di esaminare le richieste di asilo al di fuori del territorio dell’Ue – ha aggiunto – dovremo dialogare con quei Paesi da cui i migranti non hanno altra soluzione che salire su un’imbarcazione”. La presidente dell’Europarlamento si è detta “ottimista” sull’avanzamento del Patto Ue sulla migrazione. “Speriamo che questa settimana o la prossima si sblocchi” il negoziato al Consiglio dell’Ue sul regolamento delle crisi migratorie e che “si possa procedere con il patto sulla migrazione” ha detto sottolineato, aggiungendo che “ci saranno Paesi che non lo accetteranno. Non è una novità, ma si dovrebbe riuscire a trovare una maggioranza. Si troveranno degli equilibri. I triloghi sono andati avanti” ha aggiunto, ribadendo la necessità di “fare tutto il possibile per sbloccare qualsiasi intoppo dell’ultimo minuto, durante una presidenza in cui è essenziale risolvere la crisi migratoria dal punto di vista legislativo”. Sulla decisione del Parlamento europeo di sospendere il negoziato sul testo per il database europeo per le richieste d’asilo e quello per lo screening congiunto degli arrivi a causa dello stallo al Consiglio Ue, Metsola ha detto di “non considerare i dossier in pausa”, sostenendo che “non si può affrontare solo il pilastro della sicurezza della migrazione senza il pilastro dell’asilo”. “Non riesco a giustificare il fatto che in cinque anni di mandato non si sia riusciti a trovare una soluzione” sul Patto dell’Ue per la migrazione, “una delle migliori proposte legislative che abbiamo mai visto sul tavolo”, ha detto ancora Metsola, evidenziando che “in passato avremmo potuto trovare delle maggioranze, ma il consenso è stato usato come motivo per non farlo”. “La prima domanda che mi viene posta in Italia è: perché non ci sono leggi che vengono affrontate a livello europeo? Ogni volta che lo si chiede, ci si sente rispondere che si tratta di una sfida europea che richiede una risposta europea: non riesco a immaginare di affrontare i miei elettori e dire loro che sono passati altri cinque anni”, ha proseguito la presidente ricordando i dieci anni dalla tragedia di Lampedusa, quando “il Mar Mediterraneo fu definito il più grande cimitero del mondo”, che ricorreranno la settimana prossima. Metsola ha anche detto che “se si può fare una missione navale nel Mediterraneo per fare in modo che meno persone perdano la vita, assicurandosi allo stesso tempo che i confini siano rispettati, allora questo è un aspetto che potremmo considerare positivamente”. “‘Si tratta di una decisione dei governi – ha speigato – ma è molto discussa in questa sede’. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un punto stampa con la neo premier lettone, Evika Silina, ha detto che “Gli attacchi ibridi sferrati contri i nostri Paesi membri sono un ulteriore motivo per cui abbiamo bisogno di un rapido accordo politico su due proposte chiave: il Patto per la migrazione e l’asilo, per avere regole comuni nell’Ue, e la revisione del bilancio pluriennale” comunitario “che prevede un supplemento” di fondi “per la migrazione”, denunciando quello che ha definito la “strumentalizzazione cinica e disumana dei migranti da parte della Bielorussia”. “Non commentiamo bozze di legge che non abbiamo visto finora”. In generale la nostra posizione è che “la detenzione è una misura che può essere applicata solo in ultima istanza, quando non può essere applicata alcuna misura alternativa”. Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper in merito al nuovo decreto migranti del governo, che prevede una stretta anche sui minori.