Alberto Losacco

Mettiamoci d’accordo una volta per tutte, così evitiamo di perdere altro tempo: nel Pd casertano ognuno può fare ciò che gli pare oppure c’è ancora un barlume di regole da rispettare? A giudicare dal caso Sessa Aurunca si direbbe che il commissariamento della federazione e quello del circolo locale non hanno sortito un bel nulla non solo nel rimuovere i personalismi e silurare i cacicchi ma nemmeno sul piano della coerenza politica. La presenza nella maggioranza a trazione dem di Francesco Brasile, componente del coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia, rilevata da Italia Notizie, aveva scatenato la ferma reazione del commissario cittadino Alberto Losacco. Senza giri di parole il senatore democrat ha condannato l’ambiguità politica del sindaco Lorenzo Di Iorio, fedelissimo di Gennaro Oliviero: “Quanto sta avvenendo a Sessa Aurunca è ingiustificabile. Il comportamento del sindaco Di Iorio mina la credibilità della politica e delle istituzioni. È sbagliato pensare che in politica i principi e le differenze non contino. Non si governa a nome del Pd – aveva rimarcato Losacco – alleandosi con esponenti della destra, addirittura fino all’elezione di un consigliere nel coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia di Caserta. Tutto questo alimenta la spaccatura interna come dimostrano le proteste di quei dirigenti e militanti dem, che si sentono traditi e non rappresentati dal sindaco”. Poi la richiesta inderogabile: “Come commissario cittadino del circolo Pd di Sessa Aurunca, invito Di Iorio e coloro che nel partito, a livello regionale, lo sostengono, a chiarire immediatamente una situazione imbarazzante e politicamente deplorevole, che si riflette nelle tante anomalie che hanno già determinato il commissariamento di Sessa Aurunca”. Tutto ineccepibile. Niente da dire. Se non fosse che dopo 8 giorni dalla dura presa di posizione di Losacco (era il 26 novembre) niente è cambiato. Sia Di Iorio che Oliviero hanno cestinato la richiesta come se nulla fosse. A quanto pare il presidente del consiglio regionale della Campania ha detto al sindaco: “Non gli dare retta, vai avanti”. Lo stesso Di Iorio, durante una telefonata con Losacco, non si è spostato di un millimetro: “Brasile resta in maggioranza”. Siamo al cabaret della politica. A Sessa Aurunca un esponente di FdI fa parte della squadra di governo mentre tre consiglieri comunali del Pd, Silvio Sasso, Massimo Schiavone e Carlo Loffredo, sono all’opposizione per il categorico “no” di Oliviero a farli entrare in maggioranza. Il caso Brasile poteva essere l’occasione per ricreare un team omogeneo con l’esclusione del membro del partito di Meloni e l’ingresso di Sasso, Schiavone e Loffredo nel gruppo consiliare Pd composto, oltre che dal sindaco, anche da Ciro Marcigliano, Annalisa De Civita, Brigida Di Marco e Luciano Di Meo. Ma Losacco ha perso un’altra occasione oppure vuole affrontare la rimodulazione politico-amministrativa in una fase successiva? Deve invece affrontare e risolvere subito il caso Brasile, altrimenti le sue sono state parole al vento. Il senatore deve andare fino in fondo. L’esponente di FdI va cacciato. Se Di Iorio e Oliviero ribadiscono il “niet” si pongono fuori dal Pd. Non si può trattare il commissario cittadino, che peraltro è un membro di Palazzo Madama, come un Pinco Pallino qualsiasi. Sarebbe un segnale devastante per il partito. Vorrebbe dire che i personalismi prevalgono sulla politica. Deve intervenire anche Susanna Camusso. Il commissario provinciale dem non può continuare a stare alla finestra. Chi non rispetta le regole va almeno censurato. Se la senatrice non prende posizione nemmeno quando i vertici del partito vengono mandati beatamente a quel paese il tasso di credibilità dei dem di Terra di Lavoro scende nel sottosuolo. Poi nessuno si lamenti se simpatizzanti, giovani e anche militanti storici si rompono le scatole e preferiscono starsene a casa piuttosto che fare politica in un partito che tutto è fuorché democratico. Viva i cacicchi.

Mario De Michele

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