Il coro con l’Inno di Mameli, i tricolori sventolati dalle opposizioni e la bandiera della Serenissima accompagnano il primo sì all’Autonomia differenziata nell’Aula del Senato. La marcia del ddl Calderoli, tra scontro politico, bagarre e note di colore, si sposta ora a Montecitorio per tentare un via libera definitivo prima delle elezioni europee. Almeno questo nelle intenzioni della Lega che vorrebbe giocare la carta devoluzione in campagna elettorale. Le proteste dei gruppi di minoranza hanno animato l’epilogo di una battaglia politica arrivata alle battute finali senza troppe sorprese. Nonostante la diretta tv i leader di partito non intervengono in dichiarazione di voto. A inizio seduta nei banchi del governo solo i ministri della Lega Roberto Calderoli e Matteo Salvini. Si nota anche l’assenza di Ignazio La Russa sullo scranno della presidenza. Qualcuno dice che sia stata una cortesia alla Lega far presiedere Gian Marco Centinaio, per altri invece sarebbe un modo per non enfatizzare l’approvazione di una legge che, parlando di devoluzione, crea un attrito con le posizioni centraliste di FdI. Quando i dem a sorpresa tirano furi i fogli A4 con stampata la bandiera dell’Italia nel corso delle dichiarazioni di voto, al grido di “Viva l’Italia antifascista” e su qualche cartello anche la scritta “Viva Verdi”, il commento di FdI non si fa aspettare, Andrea De Priamo, prendendo la parola chiosa: “Dalla bandiera rossa al tricolore è già un bel passo avanti”. Nessuno però poteva immaginare che il risultato del voto sulla legge sulla devoluzione alle Regioni sarebbe stato anticipato dal canto patriottico per eccellenza: Fratelli d’Italia. E’ andata così, i senatori Pd e M5s hanno intonato le prime note, seguiti dal resto delle opposizioni, il centrodestra allora non ha perso l’occasione per accodarsi. Tutti in piedi a cantare. Così mentre un coro possente andava in diretta tv, la senatrice della Lega Mara Bizzotto, tira fuori la bandiera della Liga Veneta mentre i colleghi di partito attorno a lei scattavano selfie. E’ il caos in Aula, Centinaio richiama all’ordine, ottiene un po’ di silenzio e comunica il risultato, 110 sì, 64 no e 3 astenuti: opposizioni contro, maggioranza a favore e Azione astenuta con Maria stella Gelmini che vota a favore in dissenso dal gruppo. Per la parte politica ha tenuto banco il copione è quello che va in onda da qualche mese. Le opposizioni gridano allo “Spacca Italia” e dichiarano battaglia con referendum e chiamate di piazza, ricordano la rimozione della legge di iniziativa popolare. FdI rivendica l’attenzione alla coesione nazionale introdotta nel ddl, FI parla di “un’Italia più autonoma, ma unita”. Quello che il capogruppo Francesco Boccia definisce la resa della Meloni alla Lega, per il presidente dei senatori leghisti Massimiliano Romeo è un “patto di maggioranza” di cui andare “fieri”. Esulta quindi la Lega e per Calderoli è un “Passo avanti verso un risultato storico” mentre parla di “un gran risultato” il ministro Salvini.

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