Raffaele Lampano

Raffaele Lampano si è scavato la fossa con le sue mani. Il post Fb del consigliere comunale, pubblicato ieri in esclusiva da Italia Notizie (in basso), non poteva passare in cavalleria. Il commento social, rimosso dopo alcuni minuti ma carpito dalla nostra testata, era infarcito di critiche al vetriolo e di pesanti accuse, anche sul piano personale, contro Antonino Santillo. Pomo della discordia l’accesso agli atti dell’ex capogruppo di Orta al Centro su alcuni provvedimenti degli assessorati alle Politiche sociali e ai Lavori pubblici. Ecco il passaggio più sprezzante: “È stupefacente – scrive Lampano – che il sindaco Santillo non tuteli i suoi consiglieri comunali e continui, con il suo silenzio, a spargere polvere su una situazione che non ha bisogno di ombre. Anche la storiella delle dimissioni a seguito del mio “sindacato ispettivo” è diventata un inutile tormentone al quale nessuno ha mai creduto, anzi, un tormentone smentito dallo stesso sindaco con il documento con cui ritira le dimissioni. Diciamocela tutta caro sindaco Santillo: hai fatto tutto da solo! Tu lo hai messo; tu lo hai tolto e nulla è cambiato”. L’aggettivo stupefacente, abbinato allo spargimento di polvere, va ben oltre l’analisi politica, che in parte può essere anche condivisibile. Esula dal contesto amministrativo. E scivola su un campo che non ha nulla a che fare con l’azione del primo cittadino. Un degradamento del confronto politico-amministrativo. Un deragliamento personalistico che getta discredito sulle istituzioni locali. Attacchi inauditi e inaccettabili scagliati da un consigliere di maggioranza che, come se nulla fosse, non annuncia il suo passaggio all’opposizione. Schizofrenia politico-amministrativa. Ma stavolta Santillo non ci passerà sopra. Lo stato WhatsApp del sindaco è una dichiarazione di intenti: “Diciamocela tutta caso, hai fatto tutto da solo! A ndrà B ene C osì… au revoir #inconsigliocomunale” (in basso). Il riferimento al titolo di Italia Notizie non poteva essere più chiaro. Così come appare chiarissima la volontà della fascia tricolore di accompagnare Lampano alla porta con un “arrivederci” che ha il sapore di un “addio”. Del resto è l’ABC (altra stilettata di Santillo) della politica: non si può da un lato stare in maggioranza e dall’altro sparare a zero contro il capo dell’amministrazione comunale. È un’antinomia. Una contraddizione che va risolta. Lampano ha avuto tempo per ritornare sui suoi passi. Avrebbe potuto chiedere scusa. Non l’ha fatto. Santillo è andato al contrattacco. Per una volta stiamo dalla parte del primo cittadino. Le istituzioni sono una cosa seria. Se si riducono a una bancarella del torrone è d’uopo gettare la spugna. Per davvero. Non sempre tirare a campare è meglio che tirare le cuoia. Quando in gioco c’è la dignità non c’è poltrona che tenga. Il caso Lampano può rappresentare l’occasione giusta per aprire un vero chiarimento nella maggioranza. Gli ominidi e i cervi la smettano di sbraitare per ottenere una seggiola in giunta o incarichi cospicui, mascherati da indegni prestanome. Per quello che valgono hanno già incassato tanto, troppo. Spetta a Santillo riportare nei ranghi i sobillatori. È compito del sindaco cestinare le polemiche sterili per riporre tutte le energie alla risoluzione dei problemi della città. Per ora la fascia tricolore sembra pedalare su una cyclette. Quanto ci vorrà ancora per mettersi a bordo di una Ferrari? Nel frattempo andrebbe bene anche un’utilitaria.

Mario De Michele

LO STATO WHATSAPP DI ANTONINO SANTILLO

IL POST DI RAFFALE LAMPANO


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