Intervistato dal “Giornale”, l’ammiraglio Marco Brusco, in merito ai morti in mare, ha dichiarato che “rientrano nei limiti degli anni scorsi”. Brusco, che è il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, ha aggiunto:

“Droghe e alcol, piaghe della nostra società sono colpevoli spesso dei morti in mare come sulle strade”. E infine, sempre Brusco, ha detto: “La presenza della Guardia Costiera è un deterrente che funziona bene”.

 

Ci permettiamo di fare tre banali considerazioni. La prima: dire che i morti in mare rientrano nei limiti degli anni scorsi è come dire che il numero dei morti nelle guerre per esportare la democrazia nei Paesi dittatoriali (solo alcuni, peraltro) rientra nella media (quale???) delle “perdite” nei conflitti bellici.

La seconda, che sembra cinica ma è d’obbligo: menomale che l’attività deterrente della Guardia Costiera funziona bene!

La terza: siamo d’accordo con il generale Brusco quando afferma che droghe e alcol sono causa delle tragedie di questa estate. Ma il comandante dimentica (o non conosce, e sarebbe ancor più grave) un’altra causa, altrettanto importante, che sintetizziamo con un dialogo, non immaginario, tra il titolare di una scuola guida privata che rilascia patenti nautiche e un aspirante patentato.

L’aspirante patentato: “Quanto costa il corso di guida per ottenere la patente nautica?”.

Il titolare della scuola guida: “500 euro o 1500 euro”.

L’aspirante patentato: “Qual è la differenza?”

Il titolare della scuola guida: “Con 500 euro bisogna seguire per bene tutto il corso e sottoporsi a un vero esame di guida; mentre con quella da 1500 euro non bisogna fare quasi nulla”.

L’aspirante patentato: “Bene, voglio quella da 1500 euro”.

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