NAPOLI – Sono stati presentati oggi le prime sperimentazioni avviate dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania per la valorizzazione del Real Bosco di Capodimonte di Napoli.
Il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, Gregorio Angelini, e il Direttore del Real Bosco di Capodimonte, Guido Gullo hanno illustrato il progetto candidato ai finanziamenti del Programma Operativo Interregionale (POIn) “Attrattori culturali, naturali e turismo” (P.O.FESR 2012 – 13), che prevede il restauro e rifunzionalizzazione di 10 ambiti tra edifici, giardini e terreni (Giardino e Casamento Torre – Giardino della Fruttiera di basso – Fagianeria – Capraia – Porta di Mezzo – Cisternone – Cellaio – Vallone di San Gennaro – ex Eremo dei Cappuccini) per un investimento complessivo di10.700.000,00 euro. Alla presentazione del progetto hanno partecipato ancheStefano Gizzi, Soprintendente per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e provincia e Fabrizio Vona, Soprintendente per il Polo Museale della città di Napoli. Obiettivo del Progetto, promosso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, è la valorizzazione sostenibile del sito attraverso il recupero delle attività produttive storicamente radicate come la Porcellana, la Floricoltura, l’Agricoltura e l’Erboristeria, e la sperimentazione di nuove forme di gestione partecipata tra pubblico e privato.
Le prime sperimentazioni avviate a gennaio 2012 vedono la partecipazione di Slow Food Campania che ha recuperato e messo in coltura gli antichi orti della Masseria Torre all’interno del sito e della Confagricoltura Napoli con il progetto “Agri-cultura nel Real Bosco di Capodimonte”. Nell’ambito del Progetto complessivo di valorizzazione, la Direzione Regionale ha avviato anche l’iniziativa “La porcellana di Capodimonte oggi” in collaborazione con la Fabbrica delle Arti – laboratorio, atelier e centro di ricerca di alto artigianato artistico e design – che si propone il recupero e l’innovazione dell’antica lavorazione artistico-artigianale della porcellana.
Il sito
Il Real Bosco di Capodimonte con i suoi 134 ettari è un sito di grandissimo interesse storico e botanico con un patrimonio arboreo che conta 400 entità vegetali impiantate nell’area nel corso di due secoli, 150mila alberi ad alto fusto, 10 ettari di praterie restaurate. All’interno del sito ci sono 16 edifici storici risalenti al XVIII – XIX secolo, originariamente funzionali allo svolgimento delle attività venatorie e produttive che vi si svolgevano e 12 km di viali percorribili. L’intero complesso, di proprietà demaniale e in consegna alla Soprintendenza BAPSAE per Napoli e Provincia, dichiarato dal 13 ottobre 1965 “sito di particolare interesse culturale” ai sensi della L.1089/39, ha enormi potenzialità ancora per gran parte inespresse e nel 2011 ha visto un’affluenza di 1 milione di visitatori (tra famiglie residenti, studenti, sportivi, turisti). All’interno del sito c’è la Reggia di Capodimonte che ospita il Museo Nazionale di Capodimonte.
Il progetto.
Gli elementi cardine del progetto di valorizzazione sono il recupero e sviluppo della vocazione produttiva del sito e la valorizzazione del patrimonio materiale ed immateriale esistente. Gli interventi prevedono il restauro e la rifunzionalizzazione di 10 ambiti: il Giardino e Casamento Torre, il Giardino della Fruttiera di basso, la Fagianeria, la Capraia, la Porta di Mezzo, il Cisternone, il Cellaio, il Vallone di San Gennaro, l’ex Eremo dei Cappuccini per un totale di 2.000 mq di superficie utile coperta, 500 mq di aree utili scoperte, 26.000 mq di terreni da destinare alle coltivazioni; la sperimentazione di forme di gestione integrata attraverso Accordi di Valorizzazione (partenariato pubblico-privato, come previsto dall’art. 112 comma 9 del decreto leg.vo 42/04: Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) finalizzati alla creazione di servizi innovativi e attività produttive per un’offerta turistico-culturale adeguata alle specificità del sito e ai target di utenza individuati; la creazione di percorsi formativi, in collaborazione con gli atenei campani, le associazioni e le aziende di settore (artigiani, imprese manufatturiere) per addetti altamente specializzati in lavorazioni collegati alle attività produttive storicamente presenti nel sito; la promozione, a partire dalle vocazioni storiche del sito, del tessuto produttivo locale d’eccellenza attraverso l’innovazione creativa dei processi tradizionali, attribuendo di un ruolo trasversale alle arti contemporanee e ai giovani; l’ individuazione di soggetti privati che, con enti ed istituti pubblici, possano mettere a disposizione competenze tecnico-scientifiche, risorse strumentali e finanziarie funzionali alla costruzione di un network di saperi capace di coniugare il mondo del sapere e il mondo del saper fare, realizzando uno spin off capace di individuare lo stato, definire la strategia e costruire un indotto per la formazione e l’incremento occupazionale sia nel settore della conservazione, valorizzazione e fruizione dei Beni Culturali e Ambientali sia nei settori dell’ecosostenibilità, dell’agricoltura biologica e dell’artigianato artistico.
Le prime sperimentazioni avviate:
1) Slow Food Campania ha iniziato la messa a coltura degli spazi della Masseria Torre all’interno del sito. L’orto, che si estende su una superficie di circa 2000 mq, è un piccolo vivaio delle biodiversità locali, all’interno del quale sono attualmente coltivati alcuni Presìdi Slow Food, esempi virtuosi di agricoltura di piccola scala, come la Papaccella napoletana, il Pomodoro San Marzano e il Fagiolo cannellino “Dente di morto” di Acerra. Accanto a essi, si alterneranno nel tempo alcuni prodotti simbolo dell’area metropolitana di Napoli come, allo stato attuale, la zucca lunga napoletana. Tecniche e metodi di coltivazione vengono stabiliti con l’ausilio della Comunità del cibo di Terra Madre che si è costituita appositamente e che è formata da anziani contadini dell’area metropolitana che mettono a disposizione la propria esperienza, tramandando tradizioni agricole che fanno parte da sempre della culturale rurale regionale. Per le attività colturali all’interno dell’orto, Slow Food Campania si avvale del supporto tecnico di Lande srl, società specializzata nella cura e nella manutenzione delle aree verdi storiche e urbane, nonché nel recupero di parchi archeologici e monumentali. Proiettata verso soluzioni innovative, Lande ha sviluppato un complesso di strategie biologiche e a basso impatto ambientale, mettendo a punto protocolli di difesa delle piante in linea con i principi della eco-sostenibilità.
2) In collaborazione con la Fabbrica delle Arti di Giusi Laurino è stata avviata l’iniziativa La Porcellana di Capodimonte, oggi” volta al recupero delle antiche tecniche della porcellana di Capodimonte riletta in chiave contemporanea da 5 designer a cui è stato chiesto di ideare prototipi in porcellana di Capodimonte che possano contenere nel miglior modo i prodotti coltivati negli orti della Masseria Torre all’interno del sito. Il risultato sono 5 prodotti innovativi: la Legumiera di Salvatore Cozzolino, il Porta Frutta di Luigi Di Vito, il Vassoio per antipasti di Marcello Panza, la Griglia per verdure di Maria Antonietta Sbordone e il Piatto di portata per zuppe di Oreste Zevola. Gli artigiani Pasquale De Palma, Daniele Sbordone ed Enrico Sbordone, maestri del sapere e delle tecniche della porcellana di Capodimonte hanno realizzato i prototipi.
3) L’accordo siglato con ConfagricolturaNapoli ha come scopo la realizzazione del Progetto Agri-Cultura nel Real Bosco di Capodimonte i cui obiettivi sono la promozione diprodotti di nicchia della Campania e la valorizzazione della vocazione agricola del sito storico. Il progetto Agri-Cultura nel Real Bosco di Capodimonte prevede Work-shop,periodici rivolti ad ampie fasce di pubblico, incluso le scuole, su tematiche riguardanti lacultura dei territori, delle tradizioni, dell’enogastronomia; mostre-Mercato, (circa 3 appuntamenti mensili ) con esposizione e vendita di prodotti tipici di nicchia dell’agroalimentare campano organizzato nell’Emiciclo della Porta di Mezzo con 20 aziende del territorio campano associate alla ConfAgricolturaNapoli che garantisce la qualità delle stesse e dei prodotti proposti, con requisiti di “filieracorta”.