Mancano pochi minuti a mezzogiorno e la nonna di Denise sta preparando il pranzo. Ma quando l’anziana donna esce di casa, in via Domenico La Bruna, a Mazara del Vallo (Trapani) per chiamare la nipotina di quattro anni, che gioca fuori con i cuginetti, non la trova.

 E’ il primo settembre del 2004 e ha inizio il mistero della scomparsa della piccola Denise Pipitone. Sparita nel nulla. Un mistero che dura da quasi sette anni, mentre davanti al Tribunale di Marsala (Trapani) proseguono le udienze del processo agli unici due imputati, Jessica Pulizzi, sorellastra della vittima, accusata di sequestro di persona e l’ex fidanzato di quest’ultima Gaspare Ghaleb, accusato di false dichiarazioni ai pm. Il dramma di Denise si consuma in pochi minuti. Pochi attimi di distrazione: la nonna entra in casa e quando esce di Denise non c’e’ traccia. Immediata la denuncia ai carabinieri e le ricerche. Nelle prime ore dopo la sparizione il procuratore capo di Marsala, Silvio Sciuto, che coordina le indagini e’ ottimista: “La bambina e’ viva e si trova in citta’”, dice davanti a telecamere e giornalisti. La pista privilegiata e’ quella di una vendetta privata, maturata nell’ambito familiare, fatto di contrasti e gelosie tra la nuova e la vecchia famiglia del padre di Denise. Per tutto il mese Mazara del Vallo e’ passata al setaccio. Polizia, carabinieri, reparti speciali e unita’ cinofile, percorrono strade, fiumi, grotte, pozzi, anfratti. Di Denise, pero’, non c’e’ traccia. Alla pista privata se ne affiancano altre, come l’ipotesi legata a riti occulti o traffici di organi.

Tutta l’Italia si mobilita per il piccolo angelo di 4 anni: le segnalazioni si moltiplicano. Ognuna viene vagliata, analizzata, studiata. Perche’ anche il piu’ piccolo particolare puo’ rivelarsi utile, fondamentale. La mamma, Piera Maggio, intanto, non si arrende. L’importante e’ fare rumore. E cosi’ ad uno ad uno i giornali, le emittenti tv, i convegni e le piazze parlano di lei: della bimba castana dai grandi occhi scuri con una cicatrice appena sotto l’occhio. Nell’ottobre del 2005 le indagini sembrano imboccare la pista giusta. Una speranza arriva da un filmino girato con un videotelefono da una guardia giurata davanti una banca di Milano. Nei pochi fotogrammi una bambina, Danas, in compagnia di una donna rom. Quelle immagini fanno il giro dell’Italia, rimbalzano da una tv all’altra. Mamma Piera giura: “E’ lei Denise”. Gli investigatori, pero’, sono cauti. Le segnalazioni si susseguono: la bimba e’ vista a Cremona, a Verona, a Bologna. Poi fuori dai confini italiani. Ma gli accertamenti danno ogni volta esito negativo: quelle bambine non sono Denise Pipitone.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui