Si e’ aggrappata con tutte le sue forze per cercare di salvarsi. I ‘segni inequivocabili’ – cosi’ li definiscono gli investigatori – di quell’ultimo, disperato tentativo sono impressi su una parete del pozzo in cui e’ stato trovato il corpo senza vita di Sveva Taffara, la ragazza di Settimo Torinese che ha trovato la morte a Barile.

A quanto rivela la ”Gazzetta del Mezzogiorno” ora quei segni sono impressi anche sulle fotografie scattate dai Carabinieri e finite nel fascicolo che il Pubblico ministero di Melfi Renato Arminio ha aperto per far luce sulla misteriosa morte della ragazza. Secondo il quotidiano pugliese, il sospetto e’ che Sveva sia arrivata a Barile con qualcuno. Probabilmente in auto. Perche’ l’azienda agricola che si e’ trasformata nella scena del crimine – sulla strada che collega Barile a Ginestra – non e’ facile da raggiungere a piedi e non e’ servita da mezzi pubblici. E Sveva portava con se’ bagagli pesanti, tra cui un trolley. E’ difficile credere che sia arrivata li’ da sola, carica di borse, beauty e trascinando la valigia. E che poi si sia tolta i vestiti a una certa distanza dall’azienda agricola, che abbia portato con se’ il pesante trolley per diversi metri, che sia caduta nel pozzo e abbia poi richiuso il pesante coperchio di ferro. Al momento e’ comunque una delle ipotesi che i Carabinieri del Reparto operativo di Potenza e quelli della Compagnia di Melfi non scartano. Ma appare affrettato ‘bollare’ gia’ da ora il caso come suicidio. Gli unici elementi che lo lascerebbero pensare sono le cattive condizioni psichiche della ragazza che, da qualche tempo, pare fosse seguita dai servizi sociali. La Procura pero’ non vuole lasciare nessuna zona d’ombra e ha disposto anche rilievi scientifici per accertare l’assenza di droghe o alcol.

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