NAPOLI – Journal d’un corps (Storia di un corpo), lo spettacolo scritto e interpretato da Daniel Pennac, apre la sua tournée internazionale, dopo la prima parigina, al Teatro San Ferdinando, mercoledì 19 dicembre, in un evento speciale in data unica a Napoli.

“Questa città mi è apparsa subito familiare sin dalla prima volta che l’ho visitata”, ha dichiarato lo scrittore francese in un incontro con le scuole medie e superiori organizzato dagli assessorati alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Napoli. L’incontro con ragazzi e insegnanti ha inaugurato la permanenza napoletana del creatore del ciclo di Malaussène (a sua volta ex professore) che si protrarrrà fino a giovedì 20, quando, alle ore 12, Pennac sarà ospite della Libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri.

Journal d’un corps, in scena per una sola sera al San Ferdinando, è un reading tratto dal testo omonimo appena pubblicato in Italia da Feltrinelli con la traduzione di Yasmina Melaouah. Si tratta di un singolare diario, tenuto da un uomo dall’età di dodici anni fino alla morte, scandito da eventi rigorosamente legati al corpo: praticamente un resoconto della vita sensoriale di un uomo. Per la regia di Clara Bauer, con Pennac attore unico in scena, lo spettacolo ha esordito il 24 ottobre scorso al prestigioso Théâtre des Bouffes du Nord di Parigi (diretto da Peter Brook), dove è rimasto in cartellone per tre settimane con favore di pubblico e di critica.

“L’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli ha accolto con entusiasmo il progetto di portare a Napoli Daniel Pennac, con lo spettacolo di cui è autore e protagonista, nel teatro che fu di Eduardo”, dice l’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli Antonella Di Nocera, “nella ferma volontà di rendere il Teatro San Ferdinando un luogo vivo e strategico della città, in linea con altri interventi in atto come gli Atelier Teatrali Territoriali per bambini, ragazzi e donne. L’idea è quella di dare continuità a questi progetti. Per un teatro che abbraccia quella parte di città come luogo essenziale, identitario e forte, che diventi sempre più centro propulsivo di idee, relazioni, esperienze. Per un teatro inteso come memoria, ma anche educazione e formazione”.

 

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