Il sistema bancario italiano e’ solido e lo scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena non getta ombre sul mondo del credito. La magistratura dovra’ dunque far luce sulla vicenda, ma nemmeno il Monte, del resto, e’ una banca che rischia di saltare e l’intervento dello stato italiano in suo sostegno non si configura come un salvataggio ne’ tantomeno come una nazionalizzazione.
E’ questo il messaggio lanciato unanimemente dal premier Mario Monti, dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e dalle principali istituzioni economiche e monetarie al termine di una giornata carica di aspettative, che ha visto susseguirsi la riunione del comitato per la stabilita’ finanziaria prima e l’audizione dello stesso Grilli in Parlamento sulla vicenda Mps, poi. L’attenzione di politica e mercati era tutta incentrata sull’appuntamento del ministro dell’Economia di fronte alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato. Durante l’acceso confronto durato quattro ore e’ toccato a Grilli rassicurare nuovamente sulla tenuta del sistema bancario italiano, definire i contorni dell’intervento dello Stato nella vicenda Mps, ribadire la totale fiducia e apprezzamento per l’operato di vigilanza della Banca d’Italia e annunciare anche che a breve per l’ex management di Rocca Salimbeni sono in arrivo sanzioni. ”Il sistema bancario e’ solido”, ribadisce il ministro, e anche la banca senese lo e’. I 3,9 miliardi di euro di Monti Bond che le sono stati concessi, infatti, tiene a precisare Grilli, si configurano come un puro ”strumento preventivo” che serve ”a rafforzare il patrimonio della banca” per evitare di incorrere in eventuali rischi sistemici, ”non si tratta di un salvataggio da parte dello stato”. E a chi, come Renato Brunetta, fa trapelare lo spettro della ”nazionalizzazione occulta” il ministro replica senza esitazione che ”no” non si tratta di questo, anzi, ”spero che paghino presto” il rimborso del prestito. Anche se poi, intervenendo a Ballaro’, il presidente Alessandro Profumo afferma che ”potenzialmente” una nazionalizzazione di Mps ”puo’ accadere. Sottolineo potenzialmente – dice – perche’ abbiamo fatto un piano industriale con il nuovo cda e management che dovrebbe consentirci di restituire” i Monti bond. Nel caso pero’ la banca non dovesse rispettare gli impegni e non fosse in grado di rimborsare in toto il suo prestito, la quota in mano al Tesoro salirebbe all’82% della banca. In Parlamento il dibattito e’ acceso e assume inevitabilmente anche connotati politici. Alza la voce il segretario del Pdl Angelino Alfano che parla di ”grande scandalo” (al pari di quello che ”travolse la sinistra alla fine dell’800 con la Banca Romana”), auspica una commissione di inchiesta e chiede che Monti e sinistra non si sottraggano alle loro responsabilita’. Piccato anche l’intervento dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti che oltre ad attaccare l’inefficienza della vigilanza di Bankitalia accusa il premier di esser fuggito oggi e lamenta il fatto che all’appello della discussione manchino anche Draghi e Visco. Sia il leader dell’Udc Pierferdinando Casini sia l’esponente del Pd Luigi Zanda prendono invece la parola per chiedere ai loro avversari di non scadere in operazioni di campagna elettorale. Giovanni Fava della Lega Nord chiede il commissariamento immediato del Monte, ma Grilli risponde che ”le condizioni finanziarie della banca non richiedono il commissariamento”, anche se c’e’ l’esigenza di un attento monitoraggio. Quella di Mps ”e’ una vicenda sulla quale la magistratura deve andare fino in fondo. Ma non getta ombre sul sistema bancario italiano, che ha retto alla crisi meglio di altri paesi”, assicura Monti parlando in serata al Tg5. Bankitalia vigila, assicura il premier, ricalcando per altro le parole di Grilli che in audizione afferma piu’ volte che la vigilanza di Bankitalia e’ stata ”continua, attenta, appropriata, si e’ intensificata nel tempo ed ha permesso di individuare e interrompere comportamenti anomali”. Infine, a Tremonti che incalza e chiede a Grilli lumi sul suo incontro con il presidente della Bce Mario Draghi, Grilli risponde minimizzando che ”non c’e’ niente di strano, ci incontriamo almeno due volte al mese” in occasione degli appuntamenti istituzionali quali Ecofin e G20.