RECALE – Pasquale Piccirillo, titolare dello studio dentistico “Sdp” (clicca qui per leggere articolo sul blitz dei carabinieri), fu arrestato nel marzo del 2011 nell’ambito di un’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, coordinata dal procuratore aggiunto Luigi Gay.

Il medico, oggi editore di Tv Luna, e in passato dei quotidiani Giornale di Caserta, prima, e di Buongiorno Campania, poi, è sotto processo perché, secondo i pm, sarebbe a capo una megatruffa per l’ottenimento di fondi ministeriali attraverso la dichiarazione di investimenti fittizi volti fra le altre cose, come richiede la legge, a valorizzare l’offerta turistica, accrescere la competitività delle piccole e medie imprese, migliorare le prestazioni ambientali delle imprese, contribuendo a rafforzare la competitività del sistema produttivo nazionale.

 

Pasquale Piccirillo, sostengono i magistrati è «l’ideatore dell’intera attività criminale», messa in piedi per ottenere dal ministero per lo Sviluppo economico una somma di 782 mila euro, a fronte di investimenti fittizi per un valore di 3 milioni e 500 mila euro. Approfittando delle difficoltà economiche in cui si trovava il titolare di una società informatica, rileva la Procura, Piccirillo lo aveva costretto ad emettere in suo favore fatture per operazioni inesistenti. Queste, che ammontavano a un valore complessivo di 1 milione e 98 mila euro, venivano utilizzate per la realizzazione del progetto ministeriale “Pia Networking”».

L’acquisizione dei documenti da parte della polizia tributaria ha consentito di scoprire l’esistenza dell’autorizzazione per la prima tranche del finanziamento: 381.896,00 euro, che proprio grazie all’attività delle Fiamme gialle è stato bloccato. In totale, i soggetti denunciati hanno emesso fatture per un imponibile di circa 3 milioni di euro e un’Iva di 600 mila euro. Ancora, il valore complessivo delle dichiarazioni fraudolente per annotazioni di fatture, è di circa 2 milioni, con un’Iva di 400 mila euro.

Le indagini hanno poi smascherato il reimpiego di fondi derivanti da fatture per operazioni inesistenti, per un importo di 637.600,00 euro. A percepire illecitamente i contributi statali, era il consorzio «Tecno Caserta», operante, per l’appunto, nel settore delle comunicazioni e guidato da Pasquale Piccirillo». Nei prossimi giorni si terrà l’udienza del processo a carico di Piccirillo e degli altri imputati.

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