Il processo per l’uccisione di Sarah Scazzi si avvicina al suo primo verdetto. Lo sprint finale lo ha dato in apertura di udienza il presidente del Tribunale di Taranto, Antonio Morelli, rigettando la richiesta di astensione del presidente della Corte di Assise, Cesarina Trunfio, e del giudice a latere, Fulvia Misserini, decisa ieri dopo la diffusione delle immagini di un ‘fuori onda’ del 19 marzo, prima dell’inizio dell’udienza, contenente un breve dialogo tra i due giudici togati. Un dialogo registrato ”ad insaputa dei suoi protagonisti”, ha scritto Morelli nel decreto.
Un dialogo, ha spiegato, nel quale i due giudicanti non hanno ”manifestato un convincimento o espresso un’opinione che ne incrini la serenita’ e l’imparzialita’ del giudizio”. A quel punto e’ toccato all’avv.Franco Coppi prendere la parola in difesa di Sabrina Misseri, accusata insieme alla madre, Cosima Serrano, di aver sequestrato e ucciso la cugina quindicenne Sarah il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto) e che, come il genitore, rischia l’ergastolo. L’assassino di Sarah e’ in aula, ha detto Coppi, ma non e’ Sabrina. L’assassino, che ha commesso anche una serie di ”vigliaccate”, e’ invece lo zio Michele Misseri, che lo ha confessato in piu’ occasioni. Per il legale di Sabrina, l’agricoltore avrebbe ucciso la nipote per l’ennesimo approccio sessuale rifiutato dalla quindicenne. Tutta la prima parte dell’arringa Coppi l’ha dedicata alla figura di ‘zio Michele’, nei confronti del quale – ha sottolineato – la Procura ha esercitato una lunga opera di persuasione con l’ausilio dell’ex difensore di Misseri, Daniele Galoppa, e della consulente di questi, la criminologa Roberta Bruzzone. ”Un uomo solo – lo ha definito Coppi – una vita di fatica, di stanchezza, di aridita’, ma anche un uomo capace di violenza, di approcci sessuali. Non e’ succube delle due ‘megere’ di casa. E’ un uomo che da piccolo ha subito violenze, brutalita’, da quello che abbiamo capito, e non ne ha voluto parlare. E’ questo l’uomo che il 26 agosto, preso da raptus, ha causato la morte di Sarah Scazzi”. Dunque, per la difesa di Sabrina sarebbe di natura sessuale il movente del delitto. Certo, ha sostenuto Coppi, non si nega che Sabrina fosse invaghita di Ivano, ma da qui a considerare la cugina appena quindicenne una rivale ne passa. Il presunto movente della gelosia e’ ”risibile” ha sostenuto Coppi, e la Procura e’ stata ”folgorata” sin dall’inizio delle indagini da un pregiudizio nei confronti di Sabrina, che invece ”ha sempre avuto un atteggiamento protettivo nei confronti di Sarah sino al giorno della morte della poveretta”. ”Non c’e’ nessuno – ha aggiunto il difensore – che ci dica che quell’atteggiamento fosse cambiato, la rimproverava solo per alcuni comportamenti che potevano essere fraintesi con amici piu’ grandi di lei, mai liti furibonde. Sarah non e’ mai stata una presenza ingombrante. Dov’e’ la rivale che doveva essere schiacciata, eliminata?”. Cosi’ come nell’alibi di Sabrina per quel maledetto 26 agosto tutto, per il legale, avrebbe una sua logicita’. ”Vi affido con fiducia la sorte di Sabrina” ha concluso Coppi, chiedendo l’ assoluzione da tutte le imputazioni per la 24enne di Avetrana senza subordinate o richiesta di attenuanti generiche, ”convinto che lei sia innocente e che Michele Misseri sia l’assassino”. Il processo e’ stato aggiornato al 9 aprile. L’avv.Nicola Marseglia, anche lui in difesa di Sabrina, concludera’ l’arringa interrotta lunedi’ scorso quando Coppi invito’ la Corte a valutare una eventuale astensione dal processo dopo la diffusione del ‘fuori onda’ dei giudici togati. La Procura depositera’ una memoria, poi il 15 aprile ultima udienza per eventuali repliche e inizio della camera di consiglio. Sentenza nella stessa settimana.