In Italia 7,4 milioni di pensionati vivono potendo contare su assegni inferiori ai mille euro. Si tratta del 44,1% dell’intero universo dei pensionati. E tra loro 2,2 milioni percepiscono meno di 500 euro. La radiografia condotta dall’Istat, assieme all’Inps, aggiorna i dati sul 2011, confermando che per quasi la meta’ dei pensionati i redditi si fermano a 999 euro. Un tetto giudicato troppo basso dai sindacati.


Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, chiede ”un abbattimento fiscale”, mentre il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ammette come il pignoramento di stipendi e pensioni sia un problema ”serio”. Un budget magro quindi, che si assottiglia ancora di piu’ guardando alle donne. Le pensionate prendono il 30% in meno degli uomini, con il 53,4% di loro, ovvero 4,7 milioni, che va avanti con assegni sotto i mille euro. Nonostante cio’ la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche nel 2011 sfiora i 266 miliardi di euro, in aumento del 2,9%. E la sua incidenza sul Pil sale al 16,85%. Una crescita che l’Istituto di statistica spiega con l’aumento dell’importo medio (+3,2%), ”a fronte di una lieve riduzione del numero dei trattamenti erogati”. Il report conta in un anno 38 mila pensionati in meno, mentre e’ naturale che i nuovi assegni pesino un po’ di piu’ di quelli avviati tempo fa e cessati nel 2011. Dietro le medie si nasconde un Paese spaccato, con forti differenze territoriali e di genere. Guardando alle diverse regioni, ancora una volta e’ al Nord che si concentra circa la meta’ delle prestazioni, mentre nel Mezzogiorno la quota scende a un terzo. Nel 2011 e’ ancora ampia la distanza che divide donne e uomini: le pensionate percepiscono quasi 5 mila 800 euro in meno l’anno. Sul fronte eta’ l’Istat fa notare come la stragrande maggioranza dei pensionati abbia piu’ di 64 anni, tuttavia ”una quota consistente”, il 27,8%, ha un’eta’ inferiore. In questi casi si parla soprattutto di rendite per infortunio e malattia professionale, cosi’ come di pensioni di invalidita’, anche se non manca una quota riferita alla vecchiaia. Riguardo ai diversi tipi di assegni, l’Istat precisa come il gruppo piu’ numeroso sia composto da titolari di pensioni di vecchiaia (11,6 mln); seguono i beneficiari di rendite da superstiti (4,5 mln) e d’invalidita’ civile (2,6 mln). Ancora meno sono i titolari di pensioni indennitarie, sociali e di guerra. I sindacati dei pensionati suonano l’allarme. Tutti quanti (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) chiedono di rivalutare subito le pensioni, adeguandole al costo della vita. Befera sul tema dei pignoramenti delle pensioni riconosce che ”bisogna intervenire con nuove regole”. La Cia-Confederazione italiana agricoltori descrive una situazione difficilissima nelle campagne, ”con 7 pensionati su 10 vicini alla soglia di poverta”’, sulla stessa linea la Coldiretti. Invece la Cgia di Mestre calcola che, con un ”importo medio mensile lordo per beneficiario di oltre 3.500 euro, gli ex dipendenti del settore del volo sono i pensionati Inps piu’ ricchi d’Italia”.

 

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