La prima reazione dei ristoratori e’ arrivata con una lettera che Confcommercio ha inviato alla Lega Calcio, al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. “Nelle ultime settimane – aggiunge il presidente di Assoristoratori Napoli –

molti dei nostri soci, locali e pubblici esercizi, si sono lamentati di questo crollo verticale del lavoro coincidente, tra l’altro, con un periodo di crisi delle attivita’ in generale. La lettera e’ un appello per cercare di limitare questo fenomeno: siamo consapevoli che ci sono interessi sicuramente enormi intorno al calcio e alle partite, ma abbiamo cercato di sensibilizzare sul fatto che tutto questo sta andando a distruggere l’intrattenimento serale napoletano”.

La protesta andra’ avanti: e’ prevista per la prossima settimana l’assemblea di tutti i ristoratori del settore, per fare il punto sulla situazione e per trovare una soluzione. “Rispettiamo gli interessi del Napoli, non e’ una protesta contro il calcio anche perche’ se la squadra va bene l’immagine della citta’ ne guadagna. Siamo contenti e consapevoli, ma siamo del parere che questo stia incidendo parecchio sul settore”, sottolinea Di Porzio, che racconta di aver ricevuto “telefonate da nomi insospettabili, da aziende che vanno per la maggiore e che hanno subito questo calo cosi’ come i piu’ piccoli”. Il rischio, spiega, “e’ che qualcuno possa iniziare a licenziare, o che possa addirittura chiudere. Va ricordato che tutti, anche nelle piu’ piccole attivita’, hanno un personale a disposizione”.

Chiedere alla Lega, o ai network televisivi che detengono i diritti del calcio italiano, che il Napoli non giochi piu’ la sera e’ un’ipotesi che Di Porzio definisce “inimmaginabile”, ma aggiunge: “La nostra voce la devono ascoltare. Si tratta di una questione di sopravvivenza delle aziende, mi rendo conto degli interessi enormi ma ci sono anche quelli dei pubblici esercizi, cosi’ come dei cinema e dei teatri che, soprattutto nei mesi invernali, potrebbero subire una grossa perdita”. C’e’ chi ha provato a mettere una pezza trasmettendo la partita nelle sale e permettendo ai pochi che hanno resistito al fascino dello stadio o della poltrona di casa di poter assistere alla partita. Ma, spiega il presidente di Assoristoratori Napoli, e’ una contromisura che non da’ i risultati sperati per vari motivi.

“Non tutti i ristoranti o le pizzerie possono attrezzarsi, c’e’ chi ha piccole stanzette. Inoltre, chi l’ha fatto senza avere posti all’aperto non ha avuto grande riscontro: ci sono locali che, avendo a disposizione uno spazio esterno piu’ largo come una piazza, con il maxischermo attrae un certo numero di persone, ma in termini economici non porta tantissimo. La gente si aggrega per vedere la partita, ma magari non consuma”. “Ci sono casi poi – evidenzia Di Porzio – in cui trasmettendo la partita si corre il rischio di snaturare il locale”. A cio’ va aggiunto, spiega ancora, “il costo della trasmissione delle partite che e’ altissimo. Per una partita singola parliamo di un costo di circa 90 euro, mentre i pacchetti costano tra i 300 e i 350 euro al mese, ai quali va aggiunta la Siae, l’abbonamento Rai e cosi’ via”.

La pausa di campionato concedera’ una boccata d’aria ai pubblici esercizi, ma durera’ poco: “Gia’ sabato prossimo si riprendera’ con un altro anticipo, cosi’ come il sabato seguente, sempre di sabato. Tra novembre e dicembre capitera’ altre due volte. E’ una situazione allucinante, la categoria e’ in ginocchio. Magari ora soffriamo noi, ma e’ un effetto domino: se non lavoriamo non compriamo il vino, gli alimentari, ne va dell’economia della citta’ e di tutte le categorie della filiera”, conclude Di Porzio.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui