Negli ultimi 20 anni sono emigrati dal Sud circa 2,7 milioni di persone. Nel 2011 si sono trasferiti dal Sud al Centro-Nord circa 114 mila abitanti e continua la fuga di giovani e cervelli. Lo rileva il rapporto Svimez. Riguardo al titolo di studio, il 64% dei meridionali che nel 2011 hanno lasciato il Mezzogiorno per una regione del Centro-Nord aveva un titolo di studio medio-alto, diploma o laurea. I laureati diretti al Centro-Nord sono nel 2011 il 25% del totale, più che raddoppiati in dieci anni.

 

 

Nel Mezzogiorno sono in netta flessione sia consumi che investimenti; e le esportazioni, pur in crescita, non riescono ad incidere sull’andamento negativo del Pil meridionale. Lo afferma il rapporto Svimez. I consumi finali interni nel 2012 sono crollati al Sud del -4,3%. In forte calo anche i consumi delle famiglie, -4,8% al Sud, contro il -3,5% del Centro-Nord. Nel complesso, negli anni della crisi, dal 2008 al 2012, i consumi della famiglie meridionali sono sprofondati del 9,3%, oltre due volte in più del Centro-Nord (-3,5%). Negli anni della crisi, dal 2008 al 2012, gli investimenti sono crollati al Sud del 25,8%, con un peso determinante dell’industria (-47% dal 2007 al 2012). Negli ultimi 4 anni dal 2007 al 2011, al Sud si è verificato un aumento della pressione fiscale soprattutto per effetto dei piani di rientro sanitario. A pesare Irap e addizionale Irpef: la pressione fiscale derivante dai tributi regionali e’ aumentata dal 3,9% del 2011 al 4,6% del 2012.

 

A fronte di ciò è invece diminuita la spesa pubblica sia corrente sia in conto capitale. La fuga dei giovani dal Sud “non può che risultare foriero di pesanti conseguenze e dunque inaccettabile per le regioni meridionali. La via da perseguire deve perciò essere quella dell’avvio di un nuovo processo di sviluppo nazionale” che trovi solida base nel meridione. Lo afferma Giorgio Napolitano in un messaggio alla Svimez.

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