Lungo il litorale domiziano si prelevava la sabbia, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90, per confezionare il calcestruzzo e poi le vasche, indicati come i ‘laghetti’, venivano riempite di rifiuti. La ha rivelato nel 1997 il boss pentito Carmine Schiavone nell’audizione alla Commissione parlamentare di in inchiesta sui rifiuti. Audizione sulla quale fino a ieri c’era il segreto.
Schiavone ha raccontato anche degli intrecci di interessi dei clan locali per la gestione del business dei rifiuti tossici ricordando che proprio in conseguenza del dragaggio della sabbia ”vi era una potenzialità di scarico enorme”. Il boss pentito ha fatto anche riferimento ad un evento accaduto nel mese di febbraio del 1991 quando un autista italo americano rimase ferito agli occhi mentre stava scaricando alcuni fusti con sostanze nocive in un’area posta al confine tra i Comuni di Qualiano e Villaricca. Secondo quando raccontato da Schiavone in una cava della zona furono scaricati ben 520 fusti tossici.