CASEPESENNA – Giovedì scorso è stato costituito il Comitato Genitori della scuola Media G. Pascoli di Casapesenna, formato da genitori che già da mesi si battono per dare una degna scuola ai propri figli. “Abbiamo iniziato oggi (domenica 07/07/2013) – si legge in una nota – una petizione popolare in Piazza A. Petrillo, la stessa proseguirà per tutta la settimana, chiunque vorrebbe contribuire per la propria firma può recarsi presso il circolo del Comitato Cittadino Uniti per Casapesenna sito nella predetta Piazza che gentilmente ci ospita per tale battaglia.

Non ci fermeremo, la scuola è un sacrosanto diritto dei nostri ragazzi, sappiamo perfettamente le reali condizioni della scuola quali sono, siamo consapevoli che in un mese non è possibile ormai avere quell’istituto dopo che già da 7 mesi nulla è stato fatto. Ora la nostra pretesa è quella che i ragazzi abbiano per Settembre A.C., una struttura decente per l’inizio dell’anno scolastico con turni regolarmente di mattina, e che nei prossimi mesi venga ripristinata la nostra Scuola Media G. Pascoli. Non stiamo ora qui a puntare il dito verso i responsabili se ci sono, questo sarà appurato in futuro, la nostra preoccupazione è tanta, non riusciamo ad immaginare Casapesenna senza una Scuola Media, sarebbe una grossa sconfitta della nostra comunità, quella scuola esisteva già prima che il nostro paese diventasse Comune di Casapesenna, e sarebbe veramente incredibile che nel 40° anniversario proprio i primi di settembre non esisterebbe più l’istruzione, sarebbe l’ennesima conferma che in questi tempi abbiamo fatto passi all’incontrario. Martedì prossimo incontreremo di nuovo la Commissione Straordinaria, in quell’occasione ci aspettiamo sviluppi positivi, sé il contrario siamo pronti anche ad interpellare il Ministero della Pubblica Istruzione. Qualcuno ci deve pur spiegare come mai oggi nel 2013 capitano questi fenomeni e non si ha più nemmeno il diritto di far studiare i propri ragazzi nel proprio paese, quando poi in anni meno evoluti nella stessa scuola hanno studiato i propri genitori nonché in tanti casi anche i propri nonni. Cogliamo l’occasione per respingere ai mittenti le critiche accreditateci, quelle che facendo una battaglia per il proprio diritto in’alziamo polveroni, negli ultimi mesi ci siamo appellati a tutti, ma mai una concreta risposta è arrivata, ci siamo stancati di stare buoni per fare il gioco altrui”.

 

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