Torna nel Museo del Tesoro di San Gennaro la statua d’argento di San Michele Arcangelo, straordinaria sintesi fra pittura, scultura e arte argentaria partenopea. Dopo un accurato restauro durato circa un anno, domani sara’ tra i capolavori donati a San Gennaro in esposizione permanente e tra i gioielli che rimarranno visibili al pubblico, invece, solo sino al 6 gennaio prossimo.

Il culto di San Michele e’ diffuso in tutta Europa con comunita’ molto famose come quella di Mont Saint Michel in Francia e quella della Milizia di San Michele in Italia. Protettore del popolo degli Ebrei, il suo nome, che significa “Chi e’ come Dio?”, compare in numerosi passi del Vecchio e del Nuovo Testamento, e’ soprattutto conosciuto per la citazione nel XII Capitolo dell’Apocalisse che descrive la guerra, nel cielo, tra Michele e il Drago, nell’eterna battaglia tra il Bene e il Male dove “il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli”. La statua napoletana, realizzata nel 1691 su disegno dello scultore Lorenzo Vaccaro e tradotta in argento da Giovan Domenico Vinaccia, orafo nativo di Massa Lubrense, fu commissionata dalla Confraternita dei Settantadue Sacerdoti della parrocchia di San Gennaro all’Olmo per attuare un voto fatto in occasione del terremoto del 1688 e donata alla Cappella di San Gennaro. Scultori, cesellatori saldatori, mettitori d’insieme napoletani, come erano chiamati gli assemblatori del tempo, hanno realizzato capolavori di rara bellezza e San Michele Arcangelo, opera ad altezza uomo, e’ considerata dagli studiosi di storia dell’arte una delle massime espressioni dell’arte argentiera partenopea.

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