Non dividiamo tra buoni e cattivi, ma condividiamo i pesi e guardiamoci con compassione. È l’esortazione di papa Francesco nell’Angelus di oggi. «Il chiacchiericcio – ha aggiunto il Papa parlando a braccio, probabilmente riferendosi alle parole di Padre Georg- è un’arma letale uccide l’amore e la società». «Chiediamoci: io sono una persona che divide o che condivide? E ora preghiamo la Madonna, che ha dato alla luce Gesù, immergendolo nella nostra fragilità perché riavessimo la vita». «Fratelli e sorelle, noi pure, discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia, nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società – ha detto Francesco -: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie condividendo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividendo. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda». «Noi pure, discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia, nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie condividendo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Vorrei dirlo così: non dividendo, ma condividendo. Non dividere, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda», dice il papa. «Noi tante volte abbiamo un’idea ristretta di giustizia – ha sottolineato il Papa all’Angelus – e pensiamo che essa significhi: chi sbaglia paga e soddisfa così il torto che ha compiuto. Ma la giustizia di Dio, come la Scrittura insegna, è molto più grande: non ha come fine la condanna del colpevole, ma la sua salvezza e la sua rinascita, il renderlo giusto, da ingiusto a giusto». «Ô una giustizia che viene dall’amore, da quelle viscere di compassione e di misericordia che sono il cuore stesso di Dio, Padre che si commuove quando siamo oppressi dal male e cadiamo sotto il peso dei peccati e delle fragilità». «La giustizia di Dio, dunque, non vuole distribuire pene e castighi», ha aggiunto il Papa sottolineando che «noi abbiamo paura a pensare che Dio è misericordia».

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